Max Arduini e i suoi FuoriQuota si ritroveranno a Latina alle ore 21.30 al Made In Italo, (Via Lungomare 1369) per una serata di musica e storie, sulle note del suo ultimo album ½ Vivo ½ Postumo.
Il cantautore proporrà i suoi migliori successi e brani tratti dal suo album. Ad accompagnare Max (piano e voce) ci saranno: Mario Damico (batteria), Alex Luci (basso) e Costantino Buzi (chitarra).
Poliedrico e sanguigno, Max Arduini è un cantautore nel senso più pieno della parola: un autore cioè che plasma parole a braccetto con i suoni e che utilizza il verbo come strumento per raccontare e per scolpire storie, personaggi e pensieri. Mettendo la passione in ogni verso e in ogni accordo. Ogni canzone di Arduini è un po’ come piccolo grande film: paesaggi e personaggi compaiono e attraversano l’ascolto, tracciando emozioni e pensieri.
Ravennate d’origine, non a caso, Max si è formato nei circuiti underground del riminese e della Romagna, quella dei locali dove si fa musica la sera, delle fisarmoniche (il bisnonno suonava la fisarmonica), del mare e della nebbia fitta. Cascato su un palco quasi per caso alla fine degli anni ‘80, Max ha oramai alle spalle 30 anni di musica, di quella quotidiana, fatta di palchi e di locali. Fra gli artisti di The best of Demo 2010-11 è il primo classificato del Mei 2011 con La settima casa.
½ Vivo ½ Postumo, disponibile nei negozi, su ITunes e nei principali store digitali, è stato realizzato con la collaborazione artistica di due personaggi storici della musica italiana come Renato Marengo e Claudio Poggi: nove tracce per raccontare gli uomini, le donne e gli umori di questo cantastorie di anime con la passione e l’ironia che gli sono proprie. Si va dalla poliedrica varietà dei fenomeni da baraccone de La varietà dei Nani alla dolorosa epopea degli indiani d’America di Sitting bull. O ai confini labili fra mondo reale e mondo dei fumetti in Fumetto di Pesce. Ci sono poi i tuffi nel marasma scomposto delle note da cui, miracolosamente, nascono canzoni (La bestia nel campo di note). Ma ci sono anche gli operai come Api che cambiano il mondo, ma nessuno lo sa. E poi il grande mito di Marco Pantani in Sul col Du Galibier. E il tempo un po’ sgangherato dei bilanci di Un sordo mormorio. O il viaggio nella memoria della propria stessa biografia, da Ravenna a Roma, con la sua valigia di note e di sogni in Dal ‘72. Quei sogni che, per ciascuno di noi, potrebbero diventare treni perduti o in perenne ritardo, come in Treni tremens.