Il Partito democratico a Latina si presenta al congresso, che sarà celebrato il prossimo 29 giugno e che segnerà l’uscita dal commissariamento retto da Giancarlo D’Alessandro, con una candidatura unica, quella di Alessandro Cozzolino, frutto di un serrato confronto andato in scena venerdì scorso nell’ambito dell’assemblea degli iscritti. Per l’occasione dell’elezione del nuovo segretario sarà presente il deputato Lorenzo Guerini, vicesegretario nazionale del Partito democratico.
La candidatura di Cozzolino va oltre la nomina, scontata, del segretario locale perché rappresenta la sintesi di un percorso risultato vincente e che ha evitato la logica delle correnti, riconducendo il dibattito sui temi della città. All’assemblea dello scorso venerdì, infatti, il documento politico presentato dai sostenitori dell’altro candidato, Paolo Valente, è stato pienamente condiviso dall’”avversario”, motivo per cui la convergenza è stata del tutto naturale. La rinuncia di Valente in favore di Cozzolino si è basata su quattro punti imprescindibili: 1) un nuovo quadro politico, una nuova fase politica del Pd, non solo un congresso; 2) ci interessano i problemi e le questioni della città; 3) tavolo di confronto con Lbc: un patto per la città, sui grandi temi non risolti; 4) organizzare il Pd su tre cose semplici da fare. Quattro punti indispensabili per colmare il vuoto politico venutosi a creare dopo le elezioni dello scorso anno, “non solo sui temi amministrativi, ma su questioni che toccano profondamente i valori e le modalità con cui una comunità politica ‘operante’ come quella del Partito Democratico si è costituita”, hanno spiegato i firmatari del documento poi condiviso.
Nell’ottica di questa piena convergenza, la rinuncia di Valente non è apparsa come un passo indietro ma piuttosto come un balzo in avanti per la costruzione del futuro della città. Ma nonostante le buone intenzioni in casa dem non mancano i soliti detrattori. Per questa ragione abbiamo voluto rivolgere alcune domande alla cosigliera comunale Nicoletta Zuliani tra le principali sostenitrici della candidatura di Valente, prima, e della sintesi raggiunta con la candidatura unica di Cozzolino, dopo.
Ci può riassumere in due parole cosa sta succedendo in questo momento congressuale al Pd di Latina?
Succede che dobbiamo iniziare a ragionare con dei modelli nuovi perché la realtà in cui oggi i partiti devono dare risposte è completamente cambiata. Basta con l’autoreferenzialità e le dinamiche da Guelfi e Ghibellini: parliamo di problemi reali, parliamo di cose concrete e cerchiamo di dare delle risposte a questi problemi. Se condividiamo priorità e metodi allora si lavora tutti nella stessa direzione. Non vedo un modo più utile.
Qual è stato l’elemento determinante che ha convinto il suo gruppo a convergere verso la candidatura unica di Cozzolino?
Alessandro si è dimostrato aperto ed ha apprezzato tutte le parti del nostro documento, compresa la disponibilità di alcuni del nostro gruppo a collaborare fattivamente alla concretizzazione dei punti da noi proposti attraverso le loro competenze, tempo e passione. Occorre una presa di coscienza da parte della nuova generazione di democratici che è ora di farsi avanti: lo vado dicendo da anni, ormai. Perché la nuova generazione avanzi non è strettamente necessario che debba conquistarsi lo spazio a forza di “guerre interne”. Ma attenzione, in un partito gli “anziani” non vanno spazzati via: va compreso il valore del passo indietro, e va valorizzata la loro memoria storica della vita amministrativa e politica della città. Loro sono come le fondamenta che, seppur non visibili, sostengono tutta la casa. E noi dobbiamo ricostruire una casa solida, ma adatta a questo tempo, con giovani, donne e cittadini capaci di dare un contributo di qualità.
Che cosa si intende esattamente per “apertura di un tavolo di confronto con Latina Bene Comune”?
Lo ripeto, oggi non serve alimentare i vecchi schemi del “contro” e del “partito preso”. La città ha bisogno di vedere risolte questioni importanti. Rifiuti, gestione del verde, acqua, il lavoro, la gestione degli immigrati, il comparto edilizio, la marina, la sicurezza… Su questo vogliamo sollecitare un confronto utile a risolvere le situazioni di stallo in cui ci troviamo. Il civismo presenta limiti che tutti riconosciamo, ma ha dato una lezione importante ai partiti: quando la Politica – intesa come perseguimento del bene della collettività – esce dai partiti e questi diventano dei comitati elettorali, i cittadini scelgono altro. E allora, il Partito Democratico deve ritrovarsi il senso profondo del suo esistere, promuovere percorsi ed elaborare proposte che abbiano come fine ultimo il bene della città.
In qualità di consigliere comunale, lei è particolarmente attenta alle questioni amministrative e al contempo nei suoi interventi cerca di interpretare al meglio quelle che sono le esigenze dei cittadini. Alla luce di ciò, che consiglio si sente di offrire al nuovo segretario per riportare il suo partito tra la gente?
I cittadini vanno ascoltati sempre. Non si possono ascoltare solo quando si è in campagna elettorale o quando dicono cose che ci piacciono: si devono ascoltare sempre. Ci sono tanti militanti che non aspettano altro che di essere chiamati, o informati di ciò che fa il partito, resi partecipi di iniziative. Questo fino ad oggi è mancato ed è gravissimo. Le persone sono la cosa più importante in un partito. La gente sa riconoscere la credibilità della proposta politica anche dalle persone che la veicolano. Per questo è importante immettere nuova linfa, una nuova generazione di dem, preparata, propositiva, e animata da vera passione politica.
Con Cozzolino ha già condiviso un’esperienza consiliare. Cosa gli rimprovera e cosa ha apprezzato di lui? Cozzolino sarà un buon segretario?
Se Alessandro saprà lasciarsi guidare nelle scelte solo dai bisogni della collettività, libero da condizionamenti e vincoli elettorali, credo che potrà ben assolvere alla sua importante funzione di segretario. E noi saremo al suo fianco.