“Nessuna polemica, l’importante è risolvere il problema e scongiurare un’emergenza rifiuti in piena estate”. Ha avuto la sua parte di ragione. Parliamo di Eleonora Della Penna. Quando ieri sera ha annunciato che la Regione Lazio le aveva chiesto di ordinare, in qualità di presidente della Provincia di Latina, la riapertura della Rida Ambiente, non aveva esitato a mettersi a disposizione pur di evitare che i comuni pontini finissero invasi dalla spazzatura. Certo, l’istinto di rispondere “ma perché non lo fate voi, visto che siete competenti in materia” sarà stato forte, ma la presidentessa di via Costa ha pensato in primis a rendersi utile per tutelare i cittadini. E nella tarda mattinata di oggi ha firmato l’ordinanza predisposta dai suoi uffici. In serata Fabio Altissimi, amministratore unico della Rida, in una lunghissima nota indirizzata prima di tutto al Presidente della Provincia di Latina e poi alle altre istituzioni, ha detto: “Lunedì riapro”. Laddove non ci era riuscita la Regione Lazio con una diffida ci è riuscita la giovane presidente, sindaco di Cisterna, con un’ordinanza che, sia pure ritenuta illegittima dal destinatario, ha sortito i suoi effetti.
Altissimi, in risposta all’ordinanza, parla di palese incompetenza funzionale e territoriale, di sussistenza di agevoli alternative come il ricorso all’impianto Csa, all’eccesso di potere determinato dal travisamento dei fatti eccetera eccetera. Altissimi quindi si riserva ogni impugnativa del provvedimento anche in via cautelare ed il conseguente risarcimento dei danni. E definendo palesemente illegittimo il provvedimento in tutti i suoi aspetti si aspetta che lo stesso sia revocato, in caso contrario che subentrino interventi della magistratura competente. “In attesa la scrivente (la società Rida Ambiente di Aprilia, ndr) è obbligata a darvi suo malgrado esecuzione – si legge nella comunicazione a firma di Altissimi -, a decorre dal primo giorno feriale utile alla riapertura dell’impianto (lunedì 19 giugno prossimo venturo)”. In quanto a Della Penna, firmataria dell’atto, Altissimi scrive “si assuma qualsivoglia responsabilità penale, civile, amministrativa, erariale, ambientale e sanitaria che dovesse derivare dalla produzione di un rifiuto non conforme ai limiti di legge, in solido con gli organi regionali, con i comuni conferenti, e con ogni altro soggetto pubblico o privato che, pur edotto della eccepita illegittimità, si dovessero avvalere degli effetti dell’ordinanza”. Della serie a chi entra lo denuncio.
Nella sua ultima dichiarazione, affidata ad una nota stampa diffusa nel tardo pomeriggio di oggi, prima della comunicazione della riapertura, Altissimi era tornato a spiegare le sue ragioni, definendo il comportamento “contraddittorio” della Regione Lazio che prima gli aveva dato del fuorilegge e che, dopo aver chiuso l’impianto, in quanto fuorilegge, lo ha accusato di interruzione di pubblico servizio. “Sono dispiaciuto – si leggeva nel comunicato – per i disagi che si stanno creando in una provincia che peraltro non è soltanto luogo della mia attività professionale ma sono nell’oggettiva impossibilità per ragioni tecniche di riprendere l’attività. Senza entrare in particolari tecnicismi occorre però ribadire come sia stata la Regione a contestare la qualità dei rifiuti in uscita dal nostro stabilimento. La Regione parte da un presupposto sbagliato, non valutando le ultime novità ministeriali ma il dato che si ricava da quella prima diffida è che da Rida uscirebbero rifiuti non conformi alla normativa. Che cosa possiamo fare quindi produrre contro legge?”.
Poco dopo Altissimi ha detto “lunedì riaprirò, ma attenti a voi”. Per tutta la giornata di oggi una lunga fila di camion carichi di rifiuti ha atteso inutilmente l’apertura dei cancelli.