“Lo stabilimento Kyklos-Acea Ambiente Aprilia per la sua pericolosità deve essere inserito tra quelli soggetti alla direttiva Seveso a rischio di incidente rilevante”. E’ quanto chiede il deputato latinense Cristian Iannuzzi, componente della Commissione Ambiente, con un’interrogazione parlamentare rivolta al Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della Salute, al Ministro del Lavoro e delle politiche sociali con risposta in commissione.
“Tra qualche giorno – ricorda Iannuzzi – comincerà la discussione del processo che vede coinvolti 9 imputati per il tragico incidente del 2014 quando due operai incaricati dalla ex Kyklos, sono morti asfissiati per una esalazione di acido solfidrico durante le operazioni di asportazione del percolato”.
“Le violazioni compiute nell’impianto Kyklos di Aprilia – spiega il deputato latinense – sembrerebbero state tante, dalle norme sulla sicurezza del lavoro a quelle ambientali. Inoltre, da numerosi anni, i cittadini residenti fra i Comuni di Aprilia e di Nettuno – chiosa Iannuzzi – lamentano gravissimi disagi causati dalle persistenti e nauseabonde emissioni odorigene e dalle polveri provenienti dall’impianto: i miasmi avrebbero determinato gravi danni alle aziende agricole, commerciali e alberghiere, compresi quelli patrimoniali”.
“Il rischio di un ennesimo incidente c’è ancora – conclude Iannuzzi – e chiedo dunque al Governo di attivarsi affinché i carabinieri per la tutela ambientale intervengano per verificare lo stato dello stabilimento e dei luoghi limitrofi, nell’ottica di garantire la tutela dell’ambiente, la salute della popolazione e la sicurezza sul luogo di lavoro”.
I due operai morti asfissiati nel tragico incidente del 2014 erano dipendenti della ditta Mira di Orvieto, un’azienda esterna incaricata, in subappalto, dell’asportazione del percolato. “Dopo tale incidente – sottolinea Iannuzzi nella sua interrogazione -, l’impianto in questione è stato posto sotto sequestro per 17 mesi per le indagini peritali ed è stato avviato il procedimento penale per omicidio plurimo colposo a carico di 5 indagati compresa la Kyklos. Il pm Spinelli ha chiesto 9 rinvii a giudizio, sei per omicidio colposo a carico di persone fisiche e tre a carico di aziende, mentre i familiari delle vittime si sono costituiti parte civile al processo; il magistrato ha specificato che il tipo di percolato prelevato dalla Kyklos doveva essere qualificato come rifiuto pericoloso ed essendo invece inquadrato come non pericoloso, l’azienda, da una parte, avrebbe risparmiato sui costi di smaltimento e, dall’altra, su quelli delle protezioni di cui dovevano essere dotati i lavoratori. Dalle norme sulla sicurezza del lavoro a quelle ambientali, le violazioni compiute nell’impianto Kyklos di Aprilia sarebbero state tante”.