“E’ l’ora di finirla con questi personaggi, che se ne vanno in giro impunemente, piazzano telecamere e foto trappole. Gente che si sente superiore alle leggi e investita da una missione salvifica. Presto ne vedremo delle belle”. Così il sindaco di Ponza Piero Vigorelli il 2 maggio 2017 in un post affidato a Facebook dal titolo: “Continuano le provocazioni dei Cabs, assediato il nostro Pallone”.
Pallone non è una tensostruttura. Vigorelli, infatti, nel suo scritto parla di Pallone, di un amico che abita a Punta Incenso. Pallone è più conosciuto sull’isola come “O’Pallone”, da pallonaro, inventaballe, più noto però per la sua passione: quella di sparare ad ogni battito d’ali. Un dettaglio che Vigorelli omette nel suo racconto. Del resto tutti lo sanno che O’Pallone, o Pallone, è un cacciatore. E sanno anche che per la sua attività venatoria svolta sopra le righe si è beccato nel corso degli anni, da parte della Forestale, una sfilza di denunce a piede libero per bracconaggio. Toltogli l’uso del fucile, due anni fa si ne andava in giro sull’isola armato, così i carabinieri lo hanno deferito anche per porto abusivo. Insomma, una persona con un curriculum di tutto rispetto in materia di piombo. Eppure avrebbe chiesto la protezione del sindaco.
Vigorelli racconta di essere andato a fare visita a Pallone poiché lui stesso lo aveva chiamato in quanto infastidito dai Cabs (i volontari Cabs, associazione internazionale ambientalista impegnata anche contro il bracconaggio praticato sulle Isole Pontine) che avrebbero osato addirittura spiarlo nella sua proprietà privata. Un “attentato”, come quando cinque anni fa “a seguito di analoghe provocazioni era stato ricoverato al Poliambulatorio”. Vigorelli infine afferma che tre Cabs erano alla fermata del pullman, due senza documenti forniti successivamente. “La Polizia Locale li ha diffidati a non entrare nelle proprietà private, a non scattare foto o filmati in violazione della privacy, a rispettare le leggi dello Stato e le ordinanze del sindaco”, conclude Vigorelli prima di lasciarsi andare al commento di cui sopra.
Una storia già raccontata in più versioni da parte del primo cittadino di Ponza, convinto che il bracconaggio non esiste e che i volontari ambientalisti sono animalisti terroristi capaci di inscenare la morte degli uccelli per ottenere forze un clamore mediatico. E mentre Vigorelli imbastiva il suo ultimo racconto ambientato a Punta Incenso, i carabinieri forestali insieme ai colleghi del Nucleo operativo antibracconaggio sequestravano a Palmarola un altro fucile interrato, 30 trappole per uccelli insettivori e 80 cartucce occultate tra la vegetazione. Il tutto a pochi giorni dall’operazione antibracconaggio che aveva portato al sequestro di armi illegali e di oltre mille cartucce. Insomma, mentre il sindaco solidarizza con i cacciatori Palmarola si scopre un’isola imbottita di armi e munizioni. In un anno tre sequestri importanti e un arresto. E per usare la stessa espressione di Vigorelli “presto ne vedremo delle belle”.