“Elezioni annullate, non è necessario attendere l’approvazione del disegno di legge Falanga per tornare al voto e dotare l’Ordine degli avvocati di Latina di un Consiglio scelto con principi democratici”. E’ questo il messaggio lanciato oggi da Dino Lucchetti, promotore del ricorso che ha portato all’annullamento – da parte della Cassazione – del Consiglio dell’Ordine forense di Latina eletto il 16 gennaio 2015, rivolto a tutti gli avvocati pontini chiamati a partecipare all’incontro organizzato nell’aula della Corte di Assise del Tribunale di Latina.
Dal Tar alla Cassazione passando per il Cnf
L’avvocato Lucchetti, che due anni fa guidò una lista in contrapposizione a quella risultata vincente presieduta da Giovanni Lauretti, ha ripercorso le tappe della “dolorosa” vicenda che si è avvolta attorno ad un regolamento, quello del Ministero della Giustizia numero 170 del 10 novembre 2014, dichiarato parzialmente illegittimo dal Tar del Lazio poiché non garantiva la rappresentanza delle minoranze all’interno del Consiglio da eleggere. Un regolamento bocciato dopo la votazione, con sentenza del 13 giugno 2015. Ma la richiesta di disapplicazione del regolamento parzialmente illegittimo non aveva trovato accoglimento da parte del Consiglio nazionale forense, motivo per cui Lucchetti, insieme a una decina di colleghi, aveva presentato ricorso in Cassazione contro la decisione del Cnf, per una questione di principio, ottenendo l’annullamento delle elezioni e il conseguente commissariamento del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Latina. Stessa sorte capitata al Consiglio dell’Ordine di Bari. Ma non è finita qui perché sono una trentina i ricorsi ancora pendenti.
Subito al voto con il disposto combinato
La mancata approvazione, al momento, del disegno di legge Falanga, che supera i motivi di illegittimità del regolamento sulle modalità di elezione dei componenti dei consigli degli ordini circondariali forensi, secondo l’avvocato Lucchetti non impedisce di tornare subito alle urne poiché il Tar non ha annullato il regolamento ma lo ha dichiarato parzialmente illegittimo. Il disposto combinato tra la parte buona del regolamento del 2014 – il Tar ha dichiarato illegittimi gli articoli 7 e 9 – e la legge professionale forense del 2012 consentirebbe di colmare il vuoto normativo, senza doversi necessariamente affidare ai tempi della politica. Lucchetti si è mostrato particolarmente sicuro di questa strada, sollecitando i colleghi a fare fronte comune non appena sarà nominato e si insedierà il commissario (la nomina è attesa per domani) che per legge – ha sottolineato – è tenuto ad indire le elezioni entro 120 giorni dalla sentenza.
I dubbi di Lauretti
L’avvocato Lauretti, dal canto suo, ha auspicato che le elezioni possano ripetersi il più presto possibile ma si è mostrato particolarmente scettico sulla soluzione prospettata dal collega-rivale Lucchetti. Come già spiegato nel corso della sua conferenza stampa, tenuta il 3 febbraio scorso presso la sede dell’Ordine degli Avvocati interna al Tribunale di Latina, ci sono molti Ordini circondariali forensi in regime di prorogatio da lungo tempo e che, dopo la dichiarata illegittimità del regolamento, non vanno al voto poiché manca la legge. Legge che Lauretti spera possa essere approvata nel minor tempo possibile e ridurre così al minimo gli effetti del commissariamento. Lauretti ha sostenuto inoltre che il nuovo Consiglio, comunque, andrebbe a scadenza nel 2018, ovvero al termine dei quattro anni a far data dalle elezioni annullate. Un’interpretazione bizzarra per Lucchetti: se si vota oggi, il Consiglio eletto resta in carica – salvo eventuali incidenti di percorso – fino al 2020, ha replicato più o meno così.
Quel Cnf che non piace a Lucchetti
Per l’avvocato Lucchetti l’incontro di oggi è servito anche per ricordare ai colleghi che il Consiglio nazionale forense – che si è messo di traverso nella querelle – viene eletto anche dai Consigli circondariali, un motivo in più per andare al voto dal momento che negli ultimi tempi il Cnf avrebbe effettuato scelte folli. E’ il caso dell’erogazione di un milione e 600mila euro per un’iniziativa editoriale, generalista, in favore della Fondazione dell’Avvocatura per “Il Dubbio”, diretto da Piero Sansonetti. La denuncia di Lucchetti non si è fermata qui. L’avvocato ha aggiunto anche che il presidente del Cnf, Andrea Mascherin, è anche il presidente – di diritto – del consiglio di amministrazione della Fondazione dell’Avvocatura. E non solo. Che il Cnf ha previsto per il presidente e i suoi consiglieri importanti emolumenti, rimborsi spese e gettoni di presenza per le adunanze. Insomma, un sistema da abbattere, viste le difficoltà economiche in cui versano numerosi avvocati. Una bordata indiretta anche all’avvocato Lauretti? In occasione della conferenza stampa del 3 febbraio scorso, Lauretti aveva messo nell’attivo del suo mandato le iniziative svolte in sintonia con il Cnf ed in particolare il convegno Giustizia Medi@ta con la partecipazione di Sansonetti. E aveva concluso il suo intervento con un pensiero rivolto a quei giovani colleghi che più di tutti vivono il disagio della crisi economica.
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