Continua il tour di presentazioni del libro di Eleonora Piccaro “L’eccidio di Roccagorga” della Atlantide editore. Venerdì 2 dicembre infatti l’autrice farà tappa a Priverno dove, alle ore 18 presso la Biblioteca comunale in via Consolare 45, saranno presenti anche l’assessore alla cultura Sonia Quattrociocche e Dario Petti, editore e saggista.
Il libro narra i tragici fatti del 6 gennaio 1913 a Roccagorga, quando, durante una manifestazione di contadini contro la cattiva amministrazione comunale, ritenuta colpevole delle pessime condizioni igienico-sanitarie del paese e di trascurare gli interessi comunitari, l’esercito aprì il fuoco causando la morte di sette persone, tra cui due donne e un bambino, e il ferimento di altre quaranta. Un evento che destò grande impressione sui Monti Lepini con conseguenze politiche di lungo periodo, ma anche una pagina di storia significativa per il movimento contadino e operaio italiano, che fece luce sulle dure condizioni di vita dei braccianti del Lazio meridionale. Il nome di Roccagorga, fin allora sconosciuto ai più, finì sulle prime pagine di tutti i quotidiani nazionali e sulle cronache di quelli europei. Il giovane direttore dell’ “Avanti!” Benito Mussolini per settimane dedicò alla tragedia rocchigiana inchieste, articoli e titoli memorabili, uno di questi, “Assassinio di Stato”, gli costò un processo a Milano. Secondo Antonio Gramsci la cosiddetta “Settimana rossa” che a partire da Ancona agitò l’Italia nel giugno del 1914, ebbe la sua reale origine proprio nell’ “eccidio di Roccagorga, tipicamente “meridionale”, e che si trattava di opporsi alla politica tradizionale di Giolitti, ma anche di tutti gli altri partiti, di passare immediatamente per le armi i contadini meridionali che elevassero anche una protesta pacifica contro il malgoverno e le cattive Amministrazioni di tutti i governi”. Anche nella città di Priverno, del cui mandamento faceva parte Roccagorga, non mancarono le ripercussioni e la partecipazione della popolazione al dramma del paese vicino. L’autore delle parole scolpite sulla lapide in ricordo dei morti rocchigiani e che ancora oggi è affissa in piazza VI Gennaio a Roccagorga, fu l’avvocato Domenico Marzi, privernese, che si distinse anche durante il processo come difensore dei contadini, futuro deputato e primo sindaco socialista di Frosinone.