Il Comune di Latina, con provvedimento di Giovanni Della Penna, dirigente del Servizio politiche di gestione e Assetto del Territorio, ha ordinato la sospensione delle opere per la realizzazione del centro commerciale Globo, già poste sotto sequestro. L’ordinanza avvia le procedure per l’acquisizione dell’immobile al patrimonio disponibile del Comune di Latina e per la demolizione dei lavori eseguiti.
Il provvedimento è a carico di Giancarlo Piattella, amministratore unico della Mimosa Park, architetto Luca Baldini, Nicola Di Nicola, amministratore unico della Cosmo, architetto Fiorella Abbenda, Alessandra Gibbini, progettista dei lavori, e delle società Coger e Bnp Paris Lease Group Leaseing Solutions.
Con la sospensione delle opere, autorizzate nel 2009 e in variante nel 2013 e con successivi titoli, Della Penna ordina il divieto di disporre dei suoli e delle opere stesse con atti tra vivi e a tal fine lo stesso provvedimento sarà trascritto nei registri immobiliari. Il dirigente presa che, trascorsi 90 giorni dalla notifica dell’ordinanza alle parti interessate, ove non intervenga la revoca dell’ordinanza, le aree lottizzate saranno acquisite al patrimonio disponibile del Comune di Latina e sottoposte a demolizione.
Il provvedimento di Della Penna trova ragione nella segnalazione trasmessa al Comune dal Corpo Forestale dello Stato – Nucleo investigativo di Latina – il 21 novembre scorso con la quale si comunicava che, a seguito di verifica del 14 ottobre 2016 sulla legittimità del complesso commerciale Globo, sito al chilometro 69,900 della Pontina (località Borgo Piave), unitamente al lotto di terreno pari a 32.450 metri quadrati, della società Cosmo con formula leasing, veniva ipotizzata la lottizzazione abusiva.
Secondo la ricostruzione degli investigatori del Nipaf, delegati dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, sarebbe infatti emerso che, attraverso permessi e titoli ritenuti illegittimi, “si assentiva, all’interno dell’area agricola di Prg – zona H rurale – e sulla scorta dei falsi presupposti e dati non veritieri contenuti nel condono edilizio e correlato permesso in sanatoria, la demolizione della preesistenza edilizia (Seranflex) al fine di edificare un nuovo complesso totalmente commerciale, attribuendo altresì anche alla restante area agricola esterna all’edificio una destinazione commerciale destinandola ad area di scambio, parcheggi e sosta e/ destinazioni comunque funzionali al centro commerciale”. Per gli inquirenti, insomma, si sarebbe conferito “in tal modo all’intero lotto di 32.450 metri quadrati (zona agricola H) una destinazione d’uso totalmente commerciale in assenza di una variante al Piano regolatore generale e comunque in palese contrasto con le disposizioni della legge regionale 38/99 e successive modifiche e integrazioni, che non consentono interventi di tale natura finalizzati alla modifica della destinazione d’uso dalla preesistenza edilizia né dai correlati suoli che continuavano a mantenere la destinazione agricola anche in presenza dell’illegittimo permesso a sanatoria che, per costante giurisprudenza, non riverberava alcun effetto sulla destinazione urbanistica dei suoli”.
Nell’atto di Della Penna si legge come l’accorpamento, ai fini di un utilizzo commerciale, dell’intero lotto di 32.450 metri quadrati, con ulteriore appezzamento di 2.820 metri quadrati, anch’esso di natura agricola, occupato ab origine in parte da un’abitazione successivamente demolita e non ricostruita, e la violazione della fascia di rispetto della sede stradale Pontina con la realizzazione di un maxi parcheggio abbia fatto emergere “lo stravolgimento e la radicale trasformazione del complesso assetto del territorio, conferendo all’area un assetto diverso da quello impresso dall’ente titolare del potere di pianificazione e di organizzazione del territorio comunale”.