Furti, rapine, l’ombra della camorra. Da anni ormai anche Terracina rientra nella mappa della micro e macro criminalità e lontano appare il tempo in cui si poteva passeggiare liberamente senza alcun timore e vendere o acquistare casa costituiva una semplice operazione immobiliare. Legalità e sicurezza sono oggi le parole d’ordine per un immediato futuro sano del più grande centro rivierasco pontino. La questione entra nei programmi di governo della cittadina che prima della prossima estate avrà una nuova amministrazione comunale.
La cultura della legalità
“La Terracina che immagino dovrà essere una città sicura”, afferma il candidato sindaco del Pd Alessandro Di Tommaso. “E’ per questo che nel mio programma di governo – spiega – non mancherà un progetto concreto che risponda al moderno diritto di cittadinanza che abbia come presupposto irrinunciabile la partecipazione e la cultura della legalità”.
Progetto Città Sicura
Di Tommaso ha in mente un suo Progetto di Città Sicura basato sul perseguimento di ulteriori forme di collaborazione tra la Polizia Locale e le altre forze dell’ordine, sul recupero e la valorizzazione di tutti gli spazi di vita aggregata poiché nessun luogo può essere “terra di nessuno”, e sul potenziamento delle politiche di integrazione tra i cittadini comunitari ed extracomunitari residenti, nel pieno rispetto del principio in base al quale diritti e doveri valgono per tutti. “A questo breve e fattibile elenco – spiega il candidato sindaco – va aggiunto un altro caposaldo del mio progetto: il monitoraggio delle fenomenologie emergenti, dell’andamento del mercato immobiliare, delle cessioni di attività, dell’affidamento di opere e servizi pubblici. Dunque, per chi non avesse ben capito, occhi puntati anche e soprattutto sugli appalti”.
Il bisogno crea la domanda di sicurezza
La forte domanda di sicurezza, per Di Tommaso, nasce dal disagio sociale, dai ricorrenti episodi di microcriminalità, all’esposizione all’infiltrazione nell’indebolito tessuto economico della città da parte di settori della criminalità organizzata, dalle difficoltà di affermazione di una convivenza solidale. “E la sicurezza – afferma l’aspirante sindaco – non può più essere concepita come qualcosa che riguarda solo gli organi preposti all’azione di prevenzione, di contrasto, di controllo del territorio, ma chiama sempre più in causa i responsabili del governo della città. Ecco perché il mio impegno sarà quello di dedicarmi al Progetto Città Sicura”.
Il riutilizzo sociale dei beni confiscati
Per le funzioni proprie del Comune, secondo Di Tommaso, occorre mettere in campo “una serie di azioni positive tese a superare contraddizioni consolidate tra quartieri centrali e periferici, tra settori sociali che avvertono di essere inclusi o esclusi rispetto ai processi ed alle dinamiche della vita della città”. “Un aiuto in questo senso – entra nel merito – potrà arrivarci dal riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, che prevede l’assegnazione dei patrimoni e delle ricchezze di provenienza illecita a quei soggetti (tra cui i Comuni, cooperative e associazioni) in grado di restituirli alla cittadinanza, tramite servizi, attività di promozione sociale e lavoro”. “Sarà quindi necessario – conclude il candidato sindaco – aprire un corridoio con le associazioni, come Libera, che promuovono in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata i percorsi di riutilizzo dei beni”.