“Non ci faremo processare attraverso gogne mediatiche ispirate”. Il senatore pontino Claudio Moscardelli, democratico e componente della commissione parlamentare antimafia, interviene sul coinvolgimento di alcuni esponenti del Pd nell’inchiesta Olimpia coordinata dal sostituto Giuseppe Miliano per difendere il suo partito e il ruolo che ha avuto in una città complessa come Latina. Parla di gogne mediatiche ispirate. Ma da chi?
“Il Pd è protagonista nella lotta alla criminalità a Latina – si sfoga in un post affidato a Facebook – e rivendichiamo la nostra battaglia in solitudine quando molti rappresentanti dello Stato e non solo erano allo Stadio con Maietta e Cha Cha o confezionavano le interrogazioni per intimidire De Matteis (il questore di Latina, ndr). Dalle intercettazioni emergono ruoli di altri esponenti delle istituzioni. Quale è stato il ruolo dell’ex Questore Intini?”. “Presenterò urgente interrogazione parlamentare”, tuona Moscardelli.
“Mansutti risulterebbe indagato – chiede retoricamente il senatore -? Dopo anni di indagini e nessun provvedimento nei suoi confronti almeno un po’ di equilibrio. Essere indagati non significa nulla. Il Pd deve tutelarsi in tutte le sedi e rispondere colpo su colpo ai professionisti della gogna. Urbanistica, stadio e piscina sono oggetto delle inchieste odierne. Occorre fare luce ancora sui traffici della criminalità organizzata, sui suoi rapporti in città e su altri settori economici come i rifiuti. Se usassimo lo stesso metodo oggi potremmo fantasticare su chi in passato era editore di Editoriale Oggi e oggi colpito da provvedimenti: non ci permetteremmo mai”.
A questo punto Moscardelli pubblica un suo intervento di un anno fa, 6 agosto 2015, quando ancora di questa inchiesta non si sapeva nulla.
“Il radicamento della criminalità organizzata a Latina è un elemento che condiziona l’economia, la politica e il tessuto sociale in generale. Occorre alzare il livello di attenzione per sostenere un’azione di contrasto e di repressione capaci di dare il segno del cambiamento a Latina. Altri territori della provincia a partire dal litorale e dal sud pontino debbono essere attenzionati ma Latina rappresenta un centro di intreccio criminale che ha potuto prosperare indisturbato e lontano dai riflettori grazie alla completa disattenzione nel passato da parte delle forze dell’ordine poste in condizioni di non essere efficaci dopo la partenza di Niccolò D’Angelo e grazie alle coperture politiche che hanno reso possibile la sterilizzazione del contrasto da parte dello Stato. Come nascono carriere fulminee? Chi ha introdotto certi personaggi in cambio di cosa? Troppo potenti e senza remore hanno agito indisturbati complici le rassicurazioni statistiche su Latina sempre prodotte nei tempi giusti. La capacità di corruzione del contesto sociale, economico e politico è cresciuta a dismisura, la forza è stata ostentata e senza timore si sono potuti lanciare segnali inequivoci come inviare proiettili o minacciare magistrati e forze dell’ordine. Cosa serve perché a Latina saltino le coperture e la lotta alla criminalità acquisti contorni di realtà con nomi e ruoli? Servono rappresentanti istituzionali e Forze dell’ordine determinati e incoraggiati e sostenuti dalla politica che vuole impegnarsi a loro fianco. Il Prefetto, il Questore e i vertici delle forze dell’ordine oggi hanno determinazione e coraggio e vanno sostenuti pienamente”.