Dopo oltre un anno di indagini con appostamenti e pedinamenti anche in ore notturne, le Fiamme Gialle pontine sono riuscite ad individuare e smascherare tre falsi ciechi. Giudicati non vedenti dalle Commissioni preposte alla valutazione del loro reale grado di invalidità, benché beneficiassero da anni delle pensioni ed indennità di accompagnamento spettanti ai non vedenti, in realtà i tre soggetti individuati sono invece risultati tutt’altro che “ciechi assoluti”, come appurato in esito alle indagini svolte dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Fondi che ha monitorato per mesi ogni loro spostamento.
Nel corso delle investigazioni condotte, gli indagati sono stati ripresi e fotografati dalle Fiamme Gialle mentre passeggiavano autonomamente per le strade cittadine, attraversando in modo disinvolto incroci e vie trafficate, al supermercato intenti a scegliere i prodotti da acquistare, controllandone attentamente il prezzo ovvero leggendone la scadenza sulle relative etichette, senza alcun ausilio e/o accompagnatore. E ancora, gli stessi sono stati sorpresi anche ad acquistare un biglietto della lotteria istantanea, grattarlo con cura e a cestinarlo, appurata la mancata vincita, dopo averlo attentamente visionato; dediti alla lettura sul terrazzo di casa; in un supermercato, intenti a fare in assoluta autonomia, acquisti e chiamate del numero elimina-code.
Ma la definitiva conferma, a fronte dei sospetti generati da quei comportamenti, solo apparentemente insoliti, è emersa in modo chiaro dai riscontri scaturiti dall’esame della documentazione acquisita presso gli enti preposti, che ha permesso ai Finanzieri non solo di raccogliere elementi probatori, ma anche di effettuare il conteggio dettagliato delle somme indebitamente percepite negli anni dagli indagati, tutti formalmente riconosciuti “ciechi assoluti”, erogate loro dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale: 121.111,82 euro in favore di D.A.G., di anni 47, dal febbraio del 2008; 120.045,45 euro in favore di V.F., di anni 59, dal dicembre del 2009; 300.360,61 euro in favore di C.A., di anni 70, addirittura dal giugno del 1985.
Per tutti è quindi scattata la denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Latina per il reato di truffa in danno dello Stato ex art. 640 – comma 2, 1° cpv del Codice Penale, nonché la segnalazione all’Inps stesso per il recupero delle somme anzidette e la cessazione dell’erogazione delle pensioni/indennità indebitamente percepite.
Per le ipotesi di reato previste e punite dall’art. 479 C.P., in materia di falsità ideologica commessa dal Pubblico Ufficiale in atto pubblico, sono altresì al vaglio dell’Autorità Giudiziaria le posizioni dei medici che hanno diagnosticato e in seguito confermato la cecità degli indagati, al fine di individuare eventuali omissioni o profili di responsabilità penale sulla base della corposa documentazione acquisita presso gli uffici provinciali dell’Inps pontina, in particolare quella relativa alle istanze presentate per il riconoscimento dei benefici ovvero confluite nei verbali redatti dalle Commissioni Mediche per l’accertamento degli stati di invalidità.