Il titolare del potere di nomina del responsabile della prevenzione della corruzione va individuato nel sindaco quale organo di indirizzo politico-amministrativo, salvo che il singolo Comune, nell’esercizio della propria autonomia organizzativa, attribuisca detta funzione alla Giunta o al Consiglio. Ad ogni modo, la nuova amministrazione comunale di Latina non ha ancora nominato il responsabile dell’anticorruzione.
Anticorruzione, da un mese senza responsabile
Nel Registro Responsabili Prevenzione Corruzione, pubblicato sul sito dell’Autorità nazionale anticorruzione, alla data di oggi, appare infatti ancora il nome dell’ex segretario generale dell’ente nominato a svolgere questo delicato compito il 30 ottobre 2015. Si tratta di Pasquale Incarnato, “liquidato” dal sindaco Damiano Coletta prima ancora dei canonici sessanta giorni: quindi non più in servizio presso il Comune di Latina da metà agosto. Il nuovo segretario generale approdato in piazza del Popolo da Bologna, Rosa Iovinella, ha assunto anche l’incarico di direttore generale per un compenso annuo complessivo di 145mila euro, centesimo in più centesimo in meno. Il doppio ruolo porrebbe Iovinella nella condizione di incompatibilità a svolgere anche la funzione di responsabile della prevenzione della corruzione, normalmente attribuita ai segretari generali, nel momento in cui ha accettato l’incarico di direttore generale. Si verrebbe a creare la classica situazione inconciliabile di controllato e controllore.
Lo scivolone di Coletta approda in commissione Legalità
La mancata nomina del responsabile dell’anticorruzione sarà oggetto di una prossima seduta della commissione Legalità e trasparenza, presieduta da Nicoletta Zuliani, su richiesta del consigliere Raimondo Tiero esplicitata al termine della seduta di oggi.
Segretario incompatibile, la scelta tra i dirigenti
Il responsabile per la prevenzione della corruzione, quando non coincide con il segretario generale, è individuato “di norma” e, dunque, preferibilmente, tra dirigenti amministrativi di ruolo di prima fascia in servizio, purché non abbiano responsabilità in settori tradizionalmente esposti al rischio corruzione, come ad esempio ufficio contratti e gestione del patrimonio. Le funzioni di responsabile della prevenzione della corruzione possono essere anche affidate, con adeguata motivazione, al responsabile dell’area-vigilanza, sempre che sia dirigente o svolga funzioni dirigenziali.
Le scadenze di fine anno
La fine dell’anno è ormai prossima e sul dirigente “fortunato” che dovrà svolgere la delicata funzione graverà tutto il peso del raggiungimento dell’obiettivo fissato dalla legge, ovvero quello di reprimere l’illegalità nell’azione amministrativa. Si troverà quindi in tempi ristretti ad adempiere agli obblighi previsti, come ad esempio la proposta di piano triennale di prevenzione della corruzione che viene adottato dall’organo di indirizzo politico entro il 31 gennaio di ogni anno. Entro tale data dovranno essere prodotte appropriate proposte per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione. La mancata predisposizione del piano e la mancata adozione delle procedure per la selezione e la formazione dei dipendenti costituiscono elementi di valutazione della responsabilità dirigenziale.
Anticorruzione a intermittenza
Il consigliere di opposizione Tiero, che è anche vice presidente del Consiglio comunale di Latina, a margine della richiesta di inserimento della mancata nomina del responsabile della prevenzione della corruzione da parte del sindaco di Latina Bene Comune si è detto stupito del “vuoto” venutosi a creare dall’uscita di scena di Incarnato, soprattutto in considerazione del fatto che la nuova maggioranza ha dato particolare rilievo, in campagna elettorale e nel programma di indirizzo di gestione, alla legalità e alla trasparenza. Come a dire che la nuova politica, lontana dalle opacità che hanno investito il palazzo del governo cittadino negli ultimi anni, sia inciampata su sé stessa dimenticando l’anticorruzione interna, appellandosi però all’Anac per bandi “sgraditi”, come la gara europea per il servizio dei rifiuti solidi urbani e per gli asili nido esternalizzati, e rifiutando la richiesta di parere alla stessa autorità sollecitata dall’opposizione per il bando dei servizi sociali. Insomma, un’anticorruzione a intermittenza.