Gina Cetrone di “Sì cambia” chiede al sindaco e all’interno Consiglio comunale di Terracina di vagliare l’eventualità di “farsi parte diligente, chiedendo alla Provincia di Latina, ente titolare dei lavori che si stanno svolgendo a Rio Martino, di poter far ritornare in città lo straordinario reperto, che racconta in fieri una storia ancora poco conosciuta del territorio”.
“Sappiamo bene che l’amministrazione comunale terracinese – si legge in una nota stampa di Cetrone – è affaccendata in altre e più importanti vicende, e forse per questo la notizia del rinvenimento di un masso con le impronte del dinosauro Raptor scoperto su uno dei bracci del costruendo porto di Rio Martino a Latina, ed estratto da una delle cave poste in località Campo Soriano, è passata sotto silenzio. Noi invece lo riteniamo un avvenimento importante, non fosse altro che il reperto farebbe bella mostra all’interno del sistema museale di Terracina, estendendo così importanti elementi di paleontologia alle preesistenze storiche della Città. Il paleontologo e geologo Stefano Panigutti, data queste tracce nel periodo Albiano, ultima fascia del Cretaceo Inferiore (tra i 100 e i 110 milioni di anni). Impronte, racconta Panigutti, leggermente più recenti di quelle scoperte nella cava Petrianni di Sezze circa 8 anni fa. Se l’amministrazione comunale di Terracina, dunque, non è interessata alla scoperta, di diverso avviso è il sindaco di Latina e il direttore del Parco Nazionale del Circeo, che si stanno muovendo istituzionalmente per avere il masso con le impronte tridattili del teropode. Il direttore del Parco Nazionale del Circeo, con una missiva, ha anche reso partecipe la Provincia di Latina, la Sovrintendenza archeologica delle arti e paesaggio, il Corpo Forestale dello Stato e il direttore dei lavori del porto di Rio Martino, prof. Alberto Noli, enunciando loro un eventuale danneggiamento del masso è chiedendo una riunione per ‘concordare una possibile soluzione’. Tra gli Enti convocati spicca l’assenza del Comune di Terracina, forse l’unico ad avere il diritto di prelazione, con una rivendicazione di ‘proprietà territoriale’ e il conseguente ritorno del masso dove fu prelevato due anni orsono”.
Dunque, la richiesta di Cetrone perché Terracina non perda la sua impronta di dinosauro. L’istanza arriva a qualche giorni di distanza dalla volontà già palesata dell’amministrazione comunale di Latina di collocare il reperto nel Procoio di Borgo Sabotino.