Ci sarebbe un modo per eludere le pressioni esercitate dai privati dentro Acqualatina (leggasi forzatura di Depfa Bank che potrebbe sostituirsi ai Comuni nella votazione del bilancio della società mista, per effetto delle azioni impegnate). A sottolinearlo, in una nota, è il Comitato cittadino Acqua Pubblica di Aprilia, che prova a delineare la situazione che si è venuta a creare alla vigilia di quella che potrebbe essere la stagione del regolamento dei conti tra la società che gestisce il servizio idrico nell’Ato 4 e le comunità che ne fanno parte. “Come noto – spiega la nota – il 6/7 settembre i sindaci di 10 comuni tra cui Latina, Terracina. Cisterna, sono stati invitati a “svelare” le loro intenzioni sull’approvazione del bilancio di Acqualatina alla Depfa Bank che li tiene in pugno. Ma attenzione perché se la banca per effetto del pegno sulle azioni esercita il voto al loro posto commette un grosso errore ed ottiene un effetto boomerang”.
Infatti, sostenono i responsabili del Comitato, Acqualatina Spa “ha per vincolo statutario quello di essere una società a prevalente capitale pubblico e mai l’assetto societario almeno 51% pubblico e massimo 49% privato potrà essere modificato . Tanto che questo vincolo deve essere mantenuto anche in caso di trasferimento o acquisto di azioni. Questo vincolo ha già bloccato nel 2004 la possibilità di arrivare al massimo del capitale totale deliberato pari a 26milioni442mila euro. Tale vincolo – sottolinea il Comitato – è sempre insormontabile, tant’è che Acqualatina non può delegare il diritto di voto anche in caso di emissione di strumenti finanziari forniti di diritti patrimoniali e/o diritti amministrativi. E allora, com’è possibile che con l’esercizio del pegno la Depfa Bank, un finanziatore privato, surrettiziamente scavalchi il vincolo societario e metta sotto scacco il 51% pubblico? Se questo avviene, sarebbe di fatto la violazione del principale vincolo societario tra pubblico e privato, e pertanto qualche comune dissenziente e coraggioso potrebbe impugnare la decisione dell’assemblea dei soci per violazione dello statuto”.
“Ma al di là di queste considerazioni, com’è possibile che mentre una banca vuole conoscere l’intenzione del sindaco sul bilancio di Acqualatina, nessun consiglio comunale se ne preoccupa? Come mai, per esempio, Forza Italia, in opposizione a Latina e Terracina, non chiede di riferire in consiglio? E perché il Pd in opposizione a Cisterna non chiede lumi in Consiglio al sindaco Della Penna, che è anche presidente provinciale e dell’assemblea dei sindaci Ato? Che strana e surreale democrazia: la banca vuole conoscere le intenzioni del sindaco e non i consigli comunali, espressione delle comunità locali! Sarà l’effetto – è la conclusione amara del Comitato cittadino Acqua Pubblica di Aprilia – della confusione politica che regna in provincia oppure esistono patti ignoti del peggior consociativismo politico cui purtroppo siamo da tempo abituati?”