Dopo aver portato in sala Boyhood, il suo lavoro più maestoso della durata di lavorazione di dodici anni, ed essere stato nominato come miglior regista agli Oscar, Richard Linklater torna al cinema con Tutti vogliono qualcosa, un’opera più intima e contenuta ma assolutamente non meno densa e significativa dei suoi lavori precedenti.
Il film, ambientato nei frizzanti Stati Uniti degli anni ottanta, segue le vicende di un gruppo di ragazzi nei tre giorni che precedono l’inizio del college, e si pone come sequel spirituale di quel La vita è un sogno che tanta fama e prestigio diede al regista all’inizio della sua carriera. Linklater, qui anche in veste di sceneggiatore, è un regista attento e sensibile, in grado di scavare affondo nella storia e nei personaggi, presentandoci una commedia divertentissima e rilassata dai molteplici temi e dalla non indifferente profondità, guidandoci nella vita dei protagonisti intenti a scoprire sé stessi e il mondo che li circonda. La rappresentazione quanto più realistica della vita, tipica di questo autore, viene riproposta qui con successo, rallentando il ritmo senza mai appesantirlo, eliminando i colpi di scena ai quali siamo abituati per mostrarci una narrazione lineare ed affascinante in grado di catturare l’attenzione proprio per il suo ricercato realismo e la sua attenzione ai particolari e ai dettagli. La sequenza fluida dei vari quadri narrativi sembra dilatare le ore all’infinito, rimarcando l’ossessione dell’autore per il concetto di “Tempo”, e a maggior parte delle scene si presentano apparentemente semplici, ma acquisiscono grande impatto formativo grazie a dei dialoghi fondamentali, originali e mai scontati. Allo stesso tempo la fotografia e la colonna sonora contribuiscono a trasportarci nell’epoca in cui è ambientato il film, grazie a toni, atmosfere, colori e luci tipici del cinema anni ottanta e alle canzoni più celebri di quegli anni, dal rock alla disco music, e la scelta non casuale dei brani proposti è uno dei tanti punti di forza del film, che accompagna con gusto immagini e sonoro. Ma la vera forza energetica del film sono i protagonisti, interpretati da giovani attori quali Blake Jenner, Ryan Guzman, Zoey Deutch, Tyler Hoechiln, e Glen Powell. Ognuno con il suo ben caratteristico personaggio diventa il cuore del film, facendoci divertire, emozionare e sognare. Ognuno di loro è perfetto per il proprio ruolo, mettendo in scena la spensierata, invincibile ed esplosiva gioventù in tutte le sue forme, riassumibile nella massima di bellezza mozzafiato che viene espressa alla fine del film: “Le frontiere sono dove le trovi”.
Linklater mette in scena, in un grande e incantevole flusso di coscienza, uno dei momenti di passaggio fondamentali della vita di ogni ragazzo e ragazza, e lo fa nel modo più realistico possibile, con una forza visiva ed emotiva straordinarie, divertendo e facendo riflettere su quanto la vita sia da esplorare e scoprire. Difficile non affezionarsi e non identificarsi nei protagonisti e nella loro voglia di avventure ed emozioni, nel loro stupore dinanzi a ciò che deve ancora accadere e che possono realizzare. Tutti vogliono qualcosa si rivela dunque come un film sulla nostalgia di un momento della vita, un momento di passaggio tra l’adolescenza e l’età adulta dove tutto è possibile. Linklater non forza nulla nello stile di regia o di scrittura, e dimostra con questa nuova opera la definitiva prova della sua maturità, riuscendo a parlare sinceramente ed in modo universale ad ogni tipo di pubblico, a farlo emozionare e commuovere.
Tutti vogliono qualcosa, diretto da Richard Linklater, è in sala dal 16 giugno, ed è presente nei principali cinema di Roma, Anzio, Colleferro e Fiano Romano.