Ha avuto un vantaggio di sei punti e mezzo l’ex sindaco di Terracina Nicola Procaccini contro il suo avversario Gianluca Corradini. A quest’ultimo il primo turno gli ha fatto incassare un 30%, contro il 36,55% del concorrente, la cui coalizione è risultata la più votata su un totale di sette ma non abbastanza per evitare il ballottaggio che come spesso accade, poiché rimescola le carte, fa affilare le armi ai disputanti. A Terracina chi sperava che la competizione del secondo turno alzasse il livello del dibattito è rimasto deluso. Pochi, tanti? Difficile valutarlo dal momento che i due candidati alla carica di sindaco rimasti in gioco si sono avvalsi dell’opera disturbatrice dei propri supporter che hanno riempito piazza Garibaldi, venendo quasi alle mani, e inondato social di post talvolta offensivi quanto discutibili.
Le due squadre hanno ristretto gli spazi del civile confronto, collocando i non addetti ai lavori – coloro che di fatto stabiliscono l’esito del voto – ai margini di una lotta senza quartiere utilizzando le armi delle verità double face o delle menzogne, delle diffamazioni vere o presunte, delle querele, degli spettacoli satirici o folkloristici… lasciandosi alle spalle il bilancio dell’amministrato e le proposte per il futuro della città. In due settimane sono riesplosi i rancori di un matrimonio finito da tempo: a torto o a ragione, gli ex “coniugi” hanno inscenato la “Guerra dei Roses”, perdendo il contatto con la realtà che nulla ha a che vedere con il bel romanzo di Warren Adler né con l’omonima e divertente pellicola diretta da Danny De Vito che si conclude con i due protagonisti trovati morti nel bel mezzo di una casa completamente devastata.
Domenica 19 giugno, i residenti di Terracina sono chiamati di nuovo ai seggi per eleggere il sindaco. Procaccini (coalizione Fratelli d’Italia, Noi con Salvini, Lista Sciscione, SìAmo Terracina e Lista Procaccini sindaco) con lo slogan “Terracina ai terracinesi” potrebbe tornare sulla poltrona più ambita qualora dovesse riconfermare la percentuale di voto ottenuta al primo turno e aggiungere quella mancante per arrivare al 50% più un voto. In caso affermativo, avrebbe convito gli elettori che è stato uno sbaglio mandarlo a casa, il 6 maggio 2015, con lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale e che quanto fatto alla città è frutto di scelte giuste e appaganti. Corradini (coalizione Forza Italia, Partito Repubblicano Italiano, Sì Cambia, Cittadini della Mia Terracina, Terracina Nostra, Cuoritaliani e Corradini Sindaco) con il suo motto “Terracina prima di tutto”, invece, potrebbe essere eletto alla carica di primo cittadino, oltre che con la riconferma dei voti della sua squadra, sfruttando il dissenso alla precedente amministrazione politica, anche se lui stesso ne ha preso parte fino al divorzio con il suo concorrente. Si tratta di un bel bagaglio di voti costituiti dai consensi incassati al primo turno dalle altre cinque coalizione, prima tra tutte quella del dem Alessandro Di Tommaso con il 20, 45% che però si è subito chiamato fuori dalla disputa interna al centrodestra non fornendo alcuna indicazione di voto all’elettorato di riferimento.
Sarà una battaglia fino all’ultima scheda da scrutinare, forse. O forse il risultato potrebbe già essere chiaro dalle prime operazioni di spoglio indipendentemente anche dalla percentuale di dall’affluenza alle urne (che spesso finisce per condizionare l’esito elettorale) che resteranno aperte dalle 7 alle 23. Avrà il suo peso il pressing esercitato sull’elettorato da parte degli aspiranti consiglieri dei due candidati sindaci, molti dei quali rischiano di non essere eletti nel caso di sconfitta del “primo cittadino” di riferimento.
In caso di vittoria di Procaccini, la maggioranza sarà composta da sei consiglieri di Fratelli d’Italia, ovvero Luca Carigi, Pierpaolo Marcuzzi, Danilo Zomparelli, Patrizio Avelli, Maurizia Barboni e Marika Franceschini, tre di Sì Amo Terracina, quindi Roberta Tintari, Gianni Percoco e Andrea Lauretti, tre della lista Procaccini, cioè Emanuela Zappone, Maurizio Casabona e Stefano Alla, tre della lista Sciscione, ovvero Gianfranco Sciscione, Domenico Villani e Barbara Cerilli, uno di Noi con Salvini, il capolista Francesco Zicchieri. Se Procaccini fosse sconfitto siederebbe in Consiglio all’opposizione con Caringi, Villani, Tintari e Zappone e Casabona.
Nel caso in cui vincesse Corradini la sua maggioranza sarebbe composta da nove consiglieri di Forza Italia, che sono Massimiliano Tocci, Ilaria Marangoni, Augusto Basile, Valentino Giuliani, Margot Torre, Melania Abagnale, Mauro Romagna, Roberto Angelo Marzullo e Pietro Palmacci, tre della lista Corradini sindaco, ovvero, Davide Di Leo, Giovanni Annarelli e Vanessa Antonetti, due consiglieri di Terracina Nostra, cioè Giuliano Masci e Antonella Isolani, uno di Cittadini della Mia Terracina, quindi Gavino De Gregorio, e uno del Pri, ovvero Ezio Longo. In caso di sconfitta, Corradini starebbe all’opposizione con Tocci, Marongoni, Basile e Di Leo e Annarelli.
Sono stati eletti in minoranza, all’esito del risultato del primo turno, tre esponenti del Pd, il candidato sindaco Alessandro Di Tommaso, Giuseppe D’Andrea e Velentina Berti, che entreranno nel nuovo Consiglio comunale di Terracina indipendentemente da chi sarà il sindaco.