Mancano pochi giorni alle elezioni amministrative e i nuovi sindaci di Latina e Terracina si troveranno a gestire situazioni di gran lunga diverse da quelle lasciate in eredità dalle maggioranze sfiduciate. A cambiare le carte in tavola ci hanno pensato i commissari straordinari Giacomo Barbato ed Erminia Ocello con indirizzi diametralmente opposti soprattutto in materia urbanistica.
Nel capoluogo pontino, le inchieste della Procura sui nuovi piani particolareggiati passati con procedura semplificata in difformità al Piano regolatore generale e le censure della Regione Lazio hanno giustificato l’annullamento di sei Ppe. Uno scossone. Un terremoto. E chi è in corsa già pensa alla “ricostruzione” possibile con l’avvento della politica. Le avvisaglie del cataclisma, che si sarebbe abbattuto sull’affaire del mattone a Latina, si erano già palesate ad inizio anno: l’azione urbanistica di Barbato, orientata a recuperare quella legalità che si era persa nei meandri di interessi particolari con forzature sul calcolo delle cubature già consumate e della popolazione non basata su dati reali, era infatti partita tre mesi fa con la sospensione dei sei Piani particolareggiati viziati, poi sospesi il 24 maggio scorso. Certo, spetterà alla politica, pronta a risalire a palazzo, scegliere quale strada intraprendere per il futuro del capoluogo. La lezione di Barbato, qualsiasi sia la direzione della prossima classe dirigente, resterà nella storia della (ri)fondazione della nuova Latina.
Anche il commissario Ocello ha salutato il 2016 con novità in materia urbanistica. Il vice prefetto incaricato a gestire il Comune di Terracina ha aperto le danze con l’abolizione dei Piani particolareggiati esecutivi nelle zone già urbanizzate. In linea con una consolidata giurisprudenza che ha dichiarato superflui tali strumenti ai fini dei permessi a costruire nei cosiddetti lotti interclusi, Ocello ha stabilito nuovi indirizzi, finalizzati alla semplificazione delle procedure, per l’attuazione delle zone omogenee C/4 e C/5 Del vigente Piano regolatore generale. Il “la” alla nuova urbanizzazione di Terracina passata quasi in sordina davanti alla disattenzione di un esercito già sceso in campo per la nuova conquista di Palazzo, come se la pianificazione della città non rientrasse nelle priorità del dibattito politico in corso. Ma tant’è. Il 24 maggio, proprio quando Barbato a Latina azzerava i Ppe guastati da interessi speculativi, Ocello a Terracina apponeva la sua firma ad un Programma integrato di riqualificazione urbanistica per la realizzazione di 130 villette in cambio di verde e campetti pubblici quando aveva appena approvato la bellezza di oltre 50mila metri cubi nello stesso comprensorio denominato Scafa di Ponte, lungo la provinciale che collega Terracina a San Felice Circeo. E’ di ieri la notizia dell’acquisizione degli atti da parte del Nucleo investigativo della Forestale, per conto della Procura della Repubblica. Tra le ultime deliberazioni del commissario si nota anche la 93, sempre del 24 maggio scorso, in cui ritorna sulle zone C/4 e C/5.