Omicidio di Priverno, il racconto in aula della furia di D’Atino

Ha preso il via ieri, di fronte alla Corte d’Assise di Latina, il processo che vede sul banco degli imputati Luigi D’Atino, il 34enne di Priverno accusato dell’omicidio di Germano Riccioni e del tentato omicidio della madre Adele Coluzzi.

Come riportato dall’edizione odierna di Latina Oggi, in aula il racconto di un testimone ha permesso di ricostruire quanto accaduto quel tragico 29 novembre dello scorso anno. “Ho sentito delle minacce, ho visto che addosso a Riccioni gli ha lanciato un cancelletto di alluminio e lo ha colpito anche sulla pancia con un’anfora. Ho visto anche Adele che è stata colpita anche con un mattone sul viso.”

A quanto pare D’Atino non aveva mai accettato il nuovo compagno della madre, ma al centro del litigio ci sarebbe stata la richiesta di soldi per comprare la droga. Davanti alla Corte sono stati tanti i testimoni ascoltati: dal medico legale incaricato passando per i carabinieri che avevano indagato e arrivando ai soccorritori del 118 intervenuti sulla scena del crimine. “E’ stata un’aggressione feroce, – spiega un carabiniere intervenuto per primo – una volta arrivato ho visto Germano Riccioni steso a terra senza vita mentre D’Atino vagava per l’abitazione con i vestiti sporchi di sangue. A terra c’era anche il corpo della madre che a fatica riusciva a respirare”.

Il 34enne dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai motivi abietti e futili e di tentato omicidio nei confronti della madre. Ora è attesa per il 21 ottobre, dati in cui verranno ascoltati altri testimoni.