Satnam Singh, la salma del bracciante torna in India per i funerali

La salma di Satnam Singh, bracciante agricolo indiano morto in Italia lo scorso 19 giugno in seguito a un gravissimo incidente sul lavoro, sta finalmente tornando in India per il funerale. Questo momento è stato atteso a lungo dai familiari di Satnam, che potranno ora dargli l’ultimo saluto secondo i loro precetti e tradizioni.

La Flai Cgil di Roma e del Lazio, che ha seguito da vicino la vicenda, ha espresso un messaggio di solidarietà: “Ciao Satnam. In tuo nome continuiamo a lottare”. Satnam, privo di permesso di soggiorno e costretto a lavorare in nero per soli cinque euro all’ora, è diventato un simbolo delle lotte contro lo sfruttamento e il caporalato. Dopo l’incidente, il suo datore di lavoro, invece di soccorrerlo, lo ha abbandonato davanti casa con il braccio amputato, lasciando che fossero i vicini a chiamare i soccorsi. Trasportato in elicottero al San Camillo di Roma, Satnam non ce l’ha fatta, morendo a causa delle gravi ferite.

La CGIL ha sottolineato come la sua morte rappresenti un esempio delle condizioni disumane in cui molti lavoratori migranti sono costretti a operare. L’organizzazione ha ribadito l’impegno a lottare contro “un modello economico che considera le persone meno importanti dei profitti”, e a sostenere la famiglia di Satnam, sperando che il ritorno della salma in patria possa donare un po’ di pace ai suoi cari.

Il caso ha attirato l’attenzione mediatica e dell’opinione pubblica, con varie manifestazioni organizzate tra giugno e luglio per ricordare Satnam e denunciare le condizioni di sfruttamento nel settore agricolo.