Latina al 15° posto tra i comuni capoluoghi di provincia più tassati d’Italia. Lo rivela una indagine della Cna nazionale attraverso l’Osservatorio sulla tassazione PMI, secondo la quale le maglie nere appartengono a Reggio Calabria, Bologna e Roma. Lo studio ha riguardato 124 comuni italiani: la media nazionale è del 60,9% mentre il capoluogo pontino si assesta al 65,3%.
Il 2015 – si legge nel documento pubblicato dall’Osservatorio CNA Tassazione PMI – ha segnato una discontinuità effettiva nelle politiche fiscali. Un beneficio che ha riguardato anche artigiani, micro e piccole imprese. L’anno scorso, infatti, hanno visto calare il peso complessivo del fisco (Total tax rate) al 60,9 per cento: il 3,6 per cento in meno rispetto al picco toccato nel 2012 (64,5 per cento). C’è una obiettiva ragione di soddisfazione, quindi, ma il livello della pressione fiscale in Italia rimane intollerabile (19,4 punti in più della media europea) e fortemente penalizzante per l’attività imprenditoriale. Per Latina, purtroppo, questi benefici sembrano non esserci stati, infatti i dati parlano di un alto tasso di tassazione.
“Il dato che emerge dal nostro studio – afferma il direttore della CNA di Latina, Antonello Testa – è fortemente preoccupante per le piccole e medie imprese del comune capoluogo. Infatti Latina con il 65,30% di Total Tax Rate si piazza al 15 posto nella classifica fra i 124 comuni più grossi d’Italia. Questo significa che ai nostri piccoli imprenditori ad ogni € 100,00 di utile vengono tolti € 65,30 per il totale del prelievo fiscale. Ai nostri imprenditori, quindi, resta solo il 34,70% del proprio reddito a disposizione per se e per la propria famiglia”.
“Il dato è ancora più allarmante se ci riferiamo al Data Tax-Free Day, cioè l’ultimo giorno dell’anno necessario per assolvere gli oneri fiscali. Anche qui Latina si piazza in 15 posizione con il 26 agosto, cioè significa che i nostri piccoli imprenditori sono costretti a lavorare dal 1 gennaio a 26 agosto per pagare le tasse e solo dal 27 agosto (la media nazionale è al 9 agosto) possono lavorare per produrre reddito per se e per la propria famiglia – continua il Direttore Testa -. Certo qualche dato incoraggiante c’è. Il dato medio nazionale è sceso nel 2015 dal 63,90% al 60,90% di Total Tax Rate, anche se si prevede per il 2016 un piccolo incremento dello 0,10 %, ma questo calo è dovuto all’effetto positivo che ha avuto il riconoscimento della deducibilità completa del costo dei lavoratori dalla base imponibile ai fini IRAP e dalla esclusione, la dove è avvenuta, dalla tassazione TARI sulle aree destinate alla produzione dei rifiuti speciali. Latina resta al di sopra della media nazionale che è del 60,90%. Questo dato deve far riflettere sia a livello locale, dove sicuramente si deve migliorare qualcosa, sia a livello nazionale, dove si deve fare molto di più per le nostre aziende”.
“Questo dato è drammatico – afferma il Presidente della CNA Latina, Angelo Agnoni – se si pensa che al 34,70% che resta al nostro piccolo imprenditore bisogna sottrarre le spese necessarie al mantenimento della propria casa e della propria famiglia. Con questi dati poco resta per le altre spese varie ed è racchiusa qui la causa della mancata ripartenza dell’economia. Mi rendo conto che amministrare un Comune oggi sia la cosa più difficile che ci sia. Anche il Comune soffre per i pochi introiti, basti pensare che della Total Tax Rate il 70% va allo Stato, il 10% alle Regioni e solo il 20% ai Comuni. Con questo quadro noi, come Associazione, andremo a fare delle richieste ai candidati sindaci di questa città. La CNA di Latina chiede una forte attenzione alla tassazione locale ed una gestione capillare delle entrare anche in virtù delle evidenti difficoltà di un Sindaco a far quadrare i conti visto che lo Stato centrale assorbe il 70% delle prelievo”