Il maltempo che si è abbattuto ieri su quasi tutto il litorale pontino, ha causato , ancora una volta, seri danni ad aziende agricole ma non solo. Serre e alberi abbattuti, capannoni scoperchiati, coltivazioni devastate, frane, strade crollate per la violenza della bomba d’acqua, fiumi di fango e trombe d’aria con danni per oltre 20 milioni di euro. E’ ciò che è emerso dal monitoraggio della Coldiretti con la richiesta dello stato di calamità in riferimento all’ultima ondata di maltempo.
”Uno scenario devastante – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – siamo vicini ai cittadini e ai nostri agricoltori, che continueremo a supportare in questo momento così drammatico per loro. Ci siamo già attivati per chiedere lo stato di calamità. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia, dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione, che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi, che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola sia nella nostra regione che a livello nazionale, con danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne”.
La violenza del maltempo colpisce dopo un’estate che dal punto di vista climatologico è stata la seconda più bollente mai registrata nella penisola con una temperatura media superiore di ben +2,06 gradi rispetto alla media, su valori vicini al massimo registrato nel 2003, secondo la Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr che registra le temperature dal 1800. Ma l’estate che è finita – conclude la Coldiretti – si classifica come la peggiore del decennio con ben 1.642 trombe d’aria, grandinate e bufere di acqua e vento, in aumento di oltre cinque volte rispetto all’inizio del decennio sulla base dei dati dell’European severe weather database. Una situazione che fa salire il conto dei danni in una stagione in cui per effetto del clima anomalo che, tra siccità e maltempo, hanno superato i 6 miliardi di euro, pari al 10 per cento della produzione nazionale.
Le ultime ondate di nubifragi e grandinate che si sono abbattute su terreni secchi i quali – evidenzia la Coldiretti – non riescono ad assorbire l’acqua che causa frane e smottamenti con oltre 9 comuni su 10 in Italia (il 93,9 per cento del totale) che hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico, secondo dati Ispra. Le aree perse in Italia dal 2012 – riferisce la Coldiretti – avrebbero garantito l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che ora, scorrendo in superficie, non sono più disponibili per la ricarica delle falde e aggravano la pericolosità idraulica del territorio”.