E’ iniziata questa mattina all’alba l’operazione di rimozione di una parte delle strutture ritenute abusive lungo il fiume Sisto a Terracina. Oggetto del blitz della ditta incaricata, scortata dalla Squadra Nautica della Polizia di Stato e dagli agenti del Corpo Forestale, sono i pontili per i quali i gestori sono indagati per reiterate violazioni di sigilli. Si tratta di Alessandra Saviani, Domenico Cacciotti, Gennaro e Giuseppe Vitiello, di Amedeo Di Pietra e di sua moglie Assunta Calderoni che, alla vista dei mezzi, questa mattina si è sentita male ed è stata soccorsa dal personale del 118 che l’ha portata in ospedale.
Risale a febbraio 2016 la chiusura dell’inchiesta del sostituto procuratore Giuseppe Miliano, che ha notificato ben 18 avvisi di conclusione delle indagini avviate nel 2013 e delegate a più riprese a Capitaneria di Porto, Nucleo investigativo della Forestale, Carabinieri e alla Squadra nautica della Polizia di Stato. A tutti viene contestato, ai sensi del Codice penale, di aver arbitrariamente invaso, al fine di occuparle, proprietà demaniali in prossimità del corso d’acqua con varie strutture, anche di servizio rispetto all’attività posta in essere, e di specchi acquei del demanio marittimo mediante pontili e simili manufatti in violazione agli articoli 54 e 1161 del Codice della navigazione. Agli indagati oggetto della rimozione forzata di oggi viene contestata anche la violazione dei sigilli regolata dal Codice penale.
L’operazione è stata assistita dagli agenti del commissariato di via Petrarca con il suo dirigente, il vice questore aggiunto Bernardino Ponzo, e dai carabinieri, alla presenza di tecnico inviato dalla Regione Lazio e degli agenti della Polizia Locale che hanno interdetto l’accesso alle sponde del fiume durante l’intervento.
Gli operatori investiti dal provvedimento hanno inscenato proteste: Amedeo Di Pietra ha rispolverato il suo vecchio cavallo di battaglia, ovvero la bara utilizzata anche due anni fa a Roma davanti alla sede della Regione Lazio per manifestare contro presunti abusi dell’Ardis, l’agenzia regionale accusata dallo stesso di aver fatto lungo il Sisto figli e figliastri; altri hanno organizzato striscioni con scritte del tipo “Ci vogliono morti prima del tempo”.
Sul posto è intervenuto anche l’avvocato Maria Luisa Ambroselli, in rappresentanza degli ormeggiatori, che ha eccepito un difetto di notifica e le procedure utilizzate. Secondo il legale, infatti, si sarebbe proceduto all’abbattimento dei pontili e di altre strutture oggetto di sequestro e non allo smontaggio degli stessi come previsto dal decreto del Pm. Per queste ragioni ha presentato istanza allo stesso Pm e al Tribunale per l’immediata sospensione dell’operazione.
Tutto il materiale rimosso è stato portato via con dei grossi camion.