di Ivan Simeone
Direttore CLAAI Assimprese
direzione@claai-assimprese.it
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In questo nostro momento storico, che vede emergenze sociali ed economiche affiancarsi a quelle sanitarie, sentiamo molto spesso parlare di “microcredito” spesso senza neanche comprendere appieno di cosa si stia parlando. Microcredito strumento finanziario e ancor prima di inclusione sociale, dedicato a chi vuole iniziare una propria attività o per chi ha una realtà avviata da poco tempo.
Il termine “microcredito”, apparentemente potrà sembrare molto “liquido” e, apparentemente, utile per ogni esigenza ed occasione, ma questo non è.
Il “Microcredito” ha delle regole ben precise e vi sono leggi e regolamenti che ne regolano l’erogazione e le azioni di assistenza e tutoraggio ed entriamo in tutto il mondo della micro-finanza etica e solidale.
Ai più, quando si parla di microcredito, il pensiero corre al premio Nobel Muhammad Yunus, il così detto Banchiere dei poveri, con le sue iniziative di piccoli prestiti legati al circuito della Grameen Bank (la Banca del Villaggio) ma il concetto di “microcredito” ha origine nella pietas cristiana, nel tanto (ingiustamente e ignorantemente) vituperato medioevo. Già con San Bernardo da Chiaravalle fondatore dei monaci Cistercensi ed ispiratore della regola dell’Ordine Templare, i primi veri banchieri, si parlava di un utilizzo del “denaro donato”, finalizzato ad un reinserimento sociale. Siamo intorno al 1.100 per arrivare poi al primo Monte dei Pegni ad Ascoli nel 1458.
Ma oggi di cosa parliamo? Cosa è il microcredito? Dove rivolgersi?
Quando si parla di “microcredito” si parla di tutto e di niente se non si fa riferimento alla vigente normativa in essere. Molto spesso lo si identifica con “piccoli prestiti” ma non è così. Il moderno “Microcredito” è regolamentato da precise disposizioni di legge: dal DM del 17 ottobre 2014 n. 176 che regola, a sua volta, l’articolo 111 del Testo Unico Bancario, oggi ripreso dall’articolo 7 del DL 141 del 2010. La materia è inoltre regolamentata dal DL 176 del 2014. Questa è la “cornice” normativa, ma abbiamo anche un punto di riferimento ben preciso quale è l’Ente Nazionale per il Microcredito (www.microcreditoitaliano.org), Ente pubblico non economico, con funzioni di “ente coordinatore nazionale con compiti di promozione, indirizzo, agevolazione, valutazione e monitoraggio degli strumenti microfinanziari promossi dall’Unione Europea nonché delle attività microfinanziarie realizzate a valere su fondi dell’Unione europea”.
Il microcredito, in generale, può essere imprenditoriale (per l’impresa, studio professionale…), sociale (rivolto alla singola persona) e rurale per le imprese agricole.
La particolarità del microcredito (quello regolamentato dalle vigenti normative) è quella che non deve essere supportato da garanzie reali ma solo da garanzie personali ed essere “accompagnato” da attività di supporto all’imprenditore, ovvero da servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio, sia nella fase antecedente alla presentazione del finanziamento, che durante il periodo successivo.
L’operazione viene seguita da un Tutor “certificato” dall’ Ente Nazionale del Microcredito ed è questo che dovrà seguire l’imprenditore in ogni fase della richiesta di finanziamento ma anche di accompagnarlo ad affrontare eventuali problematiche nel corso dei primi anni di attività.
Come vedete non è solo un piccolo finanziamento, ma un vero “accompagnamento” che dura nel tempo.
Operativamente possono accedere al microcredito diverse tipologie di imprenditori e/o professionisti e l’importo, ufficialmente, potrà essere di massimo 40 mila euro che potranno aumentare fino a 50 mila. Il finanziamento è garantito per l’80% dal Fondo Centrale di Garanzia (lo Stato) e per il restante 20% con una garanzia personale (non reale) del neo-imprenditore.
Come accedere al microcredito?
Per poter accedere al microcredito, convenzionato con l’Ente Nazionale del Microcredito, bisogna recarsi presso una Banca convenzionata (vedi elenco sul sito dell’Ente) la quale attiverà l’Ente ed il Tutor. Inoltre vi può anche essere un percorso “inverso”, molto più veloce ed operativo, ovvero che si contatti un Tutor accreditato il quale poi attiverà Banca e quant’altro.
Ci si può anche rivolgere agli Enti e/o Associazioni che sono Sportelli o convenzionate con l’Ente Nazionale. La “CLAAI Assimprese di Latina” (credito@claai-assimprese.it) è direttamente convenzionata con l’Ente Nazionale Microcredito e supporta il neo imprenditore sia nella stesura del business plan ma anche nell’analisi dell’idea imprenditoriale e nella sua realizzazione, supportandolo anche –nell’occasione- con propri consulenti.
Alcune Banche e Società finanziarie sono accreditate per erogare il microcredito senza la convenzione con l’Ente Nazionale. Qui il tasso può essere maggiore, vi possono essere spese per le pratiche e possono richiedere la garanzia non solo per il 20% ma su tutto l’importo che si andrà ad erogare.
Un consiglio: prima di avviare l’apertura di una società/ditta, individuare bene lo strumento finanziario con cui si vorrà operare. Molti bandi concedono finanziamenti solo ad attività ancora non operative o addirittura non costituite; mentre altri strumenti finanziari, come il microcredito, ad attività già con partita IVA ma con determinate tipologie giuridiche.
Ecco l’importanza di farsi seguire, fin dai primi momenti, da una consulente o da una associazione che sia valida, eticamente corretta e “certificata”.
Desidero concludere questa breve riflessione, con un pensiero del Prof. Leonardo Becchetti, economista e docente universitario, che nella prefazione al suo saggio “Il microcredito”, edito da Il Mulino, ci evidenzia come “la microfinanza non è la bacchetta magica per risolvere i problemi dello sviluppo socioeconomico, essa ha comunque un ruolo molto importante nella promozione congiunta di crescita e coesione sociale all’interno dei mercati globalmente integrasti.”