Ricordiamo tutti quanto accaduto nei giorni scorsi sull’ormai famoso “Concorsopoli” della Asl di Latina.
Molti esponenti politici si sono espressi sulla questione, prendendo posizioni ben precise.
Ad esempio: “Qual è la regia politica all’Asl di Latina, di cui ha parlato l’ex direttore generale Giorgio Casati? Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, non ha intenzione di andare fino in fondo sulle Concorsopoli. Una vera vergogna. Attiveremo la commissione Trasparenza per approfondire la questione e purtroppo la classe dirigente si divide ancora una volta invece di fare squadra contro questo marciume. Non è accettabile che sia solo la magistratura a voler fare luce su tale sistema che mina la meritocrazia e le istituzioni. Zingaretti dovrebbe essere il primo garante della trasparenza” così Orlando Angelo Tripodi, capogruppo regionale della Lega sulla questione.
Anche il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale del Lazio Giuseppe Simeone in una nota dichiara: “Su responsabilità Casati sia Zingaretti che D’Amato fanno melina voltando le spalle a chi ha operato nel rispetto della legge e della correttezza” questo il primo commento.
Che continua: “Nessuna risposta concreta all’interrogazione che ho presentato, discussa al question time del consiglio regionale, sulla vergognosa vicenda che ha travolto i concorsi espletati dalla Asl di Latina rispettivamente per la selezione di 23 posti da collaboratore amministrativo Cat. D e 70 posti di assistente amministrativo Cat. C. Il quesito era semplice e diretto. Chiedevo a Zingaretti e D’Amato se a fronte di quanto accaduto non intendessero, a tutela anche della Regione che rappresentano, avviare con urgenza un’accurata indagine interna al fine di comprendere quali siano le “pressioni politiche”, e da chi siano state esercitate, sulla Asl di Latina a cui ripetutamente fa riferimento l’ex direttore generale della stessa azienda, Giorgio Casati. Prendiamo atto, dalla risposta dell’assessore regionale alla sanità che non si intende farlo. Che non è intenzione, né volontà, di chi governa questa Regione fare luce su una vicenda le cui ripercussioni le stanno ingiustamente pagando a caro prezzo tutte quelle persone che hanno partecipato al concorso considerandolo una chance per il proprio futuro, che si sono impegnati, sacrificati ed hanno studiato per raggiungere un risultato oggi cancellato a causa di chi aveva già deciso chi avrebbe dovuto vincerli. Quanto accaduto è di una gravità estrema e ancor più grave è che, al di là degli atti di verifica dovuti avviati dalla Regione Lazio e della decisione di costituirsi parte civile nell’eventuale processo, né Zingaretti né D’Amato abbiano intenzione di comprendere chi siano le persone che “tengono per le p…” il direttore sanitario della Asl di Latina Visconti, come lo stesso Casati confida all’ “amico Bruno” e come emerge dalle intercettazioni, chi siano i componenti di quella regia regionale cui sempre Casati fa riferimento e fautori della carriera di Rainone agevolata dal fatto che “fa favori a tutti”. Dalle dichiarazioni rese da Casati emerge, in modo inequivocabile, la consapevolezza della pressante presenza di una certa politica nella gestione della Asl di Latina di cui lo scandalo dei concorsi sembra essere solo uno degli epiloghi. Casati parla, appellandoli quali “bastardi politici”, di persone che avrebbero esercitato il proprio potere sia per “agevolare” la carriera di Claudio Rainone quale premio per le proprie prestazioni illegali, sia quali “manipolatori” della figura di Giuseppe Visconti, direttore sanitario e a sua volta direttore generale facente funzioni della Asl di Latina. E’ inaccettabile che nessuno oggi si ponga alcun interrogativo sulla correttezza dell’agire dell’ex direttore generale Casati, che ha guidato la Asl di Latina per ben cinque anni dal 2016 al 2021, che intuitu personae ha affidato incarichi di vertice sia a Rainone che definisce “la persona più ladrona”, che a Visconti, firmando i contratti di suo polso. Quello che resta è una delle pagine più buie della sanità della nostra provincia, segnata da concorsi in cui anziché i meriti hanno preso il sopravvento nomi e cognomi di collaboratori di consiglieri regionali, figli e parenti di lavoratori della Asl, di medici dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, di componenti delle segreterie di una ben identificata parte politica. Prendiamo atto che chi oggi guida la regione Lazio preferisca limitarsi a fare il minimo indispensabile per salvare la faccia. Noi non ci fermeremo qui nell’interesse delle tante, troppe, vittime di questa vicenda che sono tutte le persone che hanno agito a qualsiasi livello nel rispetto della legge e della correttezza”.
Ovviamente non tarda ad arrivare anche la risposta dell’assessore alla Sanità e Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato: “Come ho già risposto in aula al consigliere Simeone, la Direzione regionale dal 9 febbraio, prima delle misure cautelari, ha chiesto la revoca dei concorsi e l’attuazione di tutte le misure amministrative, fino al licenziamento, delle persone ritenute responsabili, per cui rispedisco al mittente qualsiasi illazione. D’altronde non mi sembra che il consigliere Simeone abbia mai in precedenza sollevato alcuna questione circa questi due concorsi, ma presenta l’interrogazione solo dopo la pubblicazione di alcune intercettazioni pubblicate sulla stampa. La Regione non intende sostituirsi alla magistratura a cui riconferma piena fiducia e massima disponibilità”.
Giuseppe Simeone risponde nuovamente al commento di D’amato nello scandalo “Concorsopoli” con una nota diffusa nel pomeriggio di quest’oggi. Nota D’Amato concorsi Asl