Il Commissariato di Polizia di Terracina ha portato a termine un’operazione di polizia sottoponendo alla custodia cautelare in carcere N.R. di anni 42 e P.V. di anni 45 entrambi di Fondi.
L’operazione denominata ‘Infidus’ prende il nome dai due soggetti ‘infedeli’, entrambi dipendenti di un’azienda di Terracina, che attraverso azioni plurime e continue, nascondendosi dietro l’anonimato, stavano estorcendo denaro al loro datore di lavoro.
I due, utilizzando telefoni e schede SIM di copertura, contattavano la vittima prospettandogli gravi ritorsioni se non avesse consegnato loro una prima tranche di 40mila euro.
I due arrestati con tipiche modalità del metodo mafioso si proponevano di garantire ‘protezione’, cercando di fatto di assoggettare la vittima in modo sistematico alla richiesta del pizzo.
Gli indagati per formulare le richieste estorsive avevano anche fatto recapitare a casa della vittima alcune lettere.
Dalle intercettazioni, nel corso delle indagini, è emerso che le minacce formulate dagli indagati prospettavano gravi ritorsioni da compiersi sui titolari dell’Azienda e danneggiamenti che, concomitanti alla crisi economica conseguenza della pandemia, ne avrebbero causato la chiusura.
Una volta pronti all’azione intimidatoria e dimostrativa, che avrebbe danneggiato e terrorizzato definitivamente la vittima con l’incendio di alcuni furgoni, il Pubblico Ministero ha chiesto ed ottenuto i provvedimenti restrittivi in carcere emessi dal G.I.P. del Tribunale di Latina.