Nessun dipendente del Comune di Priverno ha contratto il coronavirus. Un’ottima notizia per il territorio dopo il focolaio del centro dialisi che aveva preoccupato la Asl e tutta la comunità. I test sierologici effettuati hanno dato tutti esito negativo.
Lo ha comunicato il vice sindaco Angelo Delogu sulla sua pagina Facebook.
“Nei giorni scorsi – ha scritto Delegu – dietro espressa indicazione del medico competente, i dirigenti del Comune di Priverno, che svolgono le funzioni di datore di lavoro ai fini della sicurezza, hanno invitato tutti i dipendenti dall’Ente a sottoporsi ai cosiddetti test sierologici, per individuare la presenza di anticorpi IgG, che si rintracciano nel sangue dopo il contatto con il coronavirus. I risultati – spiega Delogu – ci rassicurano sul fatto che i dipendenti del Comune non hanno contratto il virus”.
Si è trattato di una decisione, assunta da tante altre organizzazioni lavorative, sia pubbliche che private, compresi moltissimi Comuni, per tutelare sia la salute e la sicurezza del personale (quasi obbligata dopo l’indicazione del medico), sia la salute dei cittadini che quotidianamente frequentano gli uffici del Comune, per le più svariate ragioni, o vengono in contatto con i dipendenti comunali.
I test sono stati effettuati presso il locale laboratorio Polilab, sulla base del preventivo che pubblico, al costo di 25 euro onnicomprensivi ciascuno (senza Iva, il refuso della prima determina è stato immediatamente corretto in autotutela), con uno sconto di circa il 30% rispetto al prezzo di mercato normalmente praticato, pari a 35 euro.
“Nel preventivo e nella determina di impegno sono stati opzionati, al prezzo di favore indicato, un ammontare complessivo di 70 test, in previsione del fatto che potessero essere necessarie eventuali ripetizioni. Crediamo che tali risorse – ha concluso il vice sindaco – siano state ben spese, in quanto volte a tutelare la salute dei lavoratori e di tutti i cittadini. Anche considerando che, in un momento di grandi preoccupazioni, le cautele non sono mai troppe”.