La Sony ci riprova per la terza volta a portare al cinema uno dei supereroi più iconici di sempre, ma stavolta a coprirle le spalle e darle un considerevole aiuto c’è proprio la Marvel, che grazie ad un accordo con la casa distributrice ha potuto portare Spider-Man all’interno del MCU e gestirne la costruzione filmica. Il risultato è una fedele e avvincente trasposizione del personaggio in un universo cinematografico ora ben più ampio, ancora alla ricerca però di una completa maturazione.
Da quando ha acquisito incredibili super poter, Peter Parker (Tom Holland) è passato dall’essere un adolescente ordinario, alle prese con i compiti e la scuola, gli amici invadenti, i bulli, le prime cotte, lo sguardo vigile di zia May (Marisa Tomei), a vestire i panni dell’eroe, lanciandosi in missioni pericolose all’insaputa dell’inflessibile Tony Stark (Robert Downey Jr.). Ma quando un nemico sconosciuto di nome Avvoltoio (Michael Keaton) minaccia la città e i suoi affetti, Spider-Man dovrà mettere da parte l’imprudenza e l’entusiasmo del ragazzino e diventare un eroe adulto e capace.
Spider-Man: Homecoming si avvale di ben sei sceneggiatori, tra cui lo stesso Jon Watts che ne è anche regista. Una simile squadra permette di costruire una narrazione solida che ci presenta un Peter Parker già in possesso dei suoi poteri, e ci regala dei personaggi ben scritti e incisivi. La narrazione e lo stile della sceneggiatura si rifanno molto al cinema di John Hughes, inneggiante l’adolescenza degli anni ottanta. Questo ci aiuta a comprendere l’universo liceale che il protagonista frequenta. Peter Parker è infatti un adolescente alle prese con problemi da adolescente, e sembra rimanere tale anche quando indossa il costume di Spider-Man. Questa costruzione del personaggio, diversa rispetto ai precedenti cinematografici, è la più fedele trasposizione dello spirito e dell’atmosfera del fumetto al quale si ispira.
Questo è un film “piccolo” perché tale è ancora il suo protagonista, costantemente in cerca di dimostrare però il suo valore. Tom Holland si rivela perfetto per vestire i panni dell’uomo ragno, conferendogli il giusto grado di irresponsabilità e spavalderia. Per tutto il film l’atmosfera si regola in base alle sue azioni, per cambiare poi rotta e farsi decisamente più tesa nel momento in cui subentra il villain di turno, l’Avvoltoio, interpretato da uno splendido Michael Keaton, assolutamente incisivo e ben caratterizzato. I segni di una buona scrittura si ritrovano anche nei personaggi di contorno, come la zia May di Marisa Tomei, il miglior amico di Peter e i restanti compagni del liceo.
Unico difetto di scrittura, e del film, potrebbe essere quello di non definire dei veri e propri alti e bassi ma mantenersi su una narrazione e una messa in scena contenuta, forse castrata. Ad ogni modo non mancano scene di grande impatto e momenti più intimi con riflessioni su ciò che significa essere un supereroe, su ciò che davvero vuol dire portare un costume di questo tipo. E se l’abito non fa il monaco, anche in questo caso Peter Parker dovrà fare i conti con sé stesso per meritare di essere ciò che vuole essere.
Nel costruire la formazione di questo giovane personaggio, regista e sceneggiatori si fanno attenti ad ogni dettaglio, aprendo ad un futuro roseo per la vita cinematografica dell’uomo ragno. Spider-Man: Homecoming si rivela dunque un nuovo colpo riuscito per la Marvel, e svelando il suo potenziale ci lascia con la certezza di poter vedere ancora di più e il desiderio di volerlo vedere subito.
Spider-Man: Homecoming diretto da Jon Watts con Tom Holland, Michael Keaton, Marisa Tomei e Robert Downey Jr. è in sala dal 6 luglio nei cinema di Latina (Supercinema, Oxer), Aprilia (Multiplex Village Cinemas), Fondi (Super Cinema Castello), Formia (Del Mare Multisala), Gaeta (Cinema Teatro Ariston), Terracina (Teatro Traiano).