Fresco di otto nomination all’Oscar, Arrival, del canadese Denise Villeneuve, arriva finalmente nei cinema italiani per sbalordire con la sua storia e le sue profonde riflessioni. Il primo approccio alla fantascienza si rivela vincente per il giovane regista, che dopo film come Prisoners e Sicario, sfoggia nuovamente il suo grande talento.
Quando un misterioso oggetto proveniente dallo spazio atterra sul nostro pianeta, per le susseguenti investigazioni viene formata una squadra di élite, capitanata dall’esperta linguista Louise Banks (Amy Adams). Mentre l’umanità vacilla sull’orlo di una Guerra globale, Banks e il suo gruppo affrontano una corsa contro il tempo in cerca di risposte, e per trovarle farà una scelta che metterà a repentaglio la sua vita e, forse, anche quella del resto della razza umana.
Ciò che colpisce sin da subito di Arrival, e si afferma di conseguenza come una delle sue cose migliori, è il suo progressivo costruire un’atmosfera forte, lugubre, perfettamente in grado di tenere chi guarda in uno stato di tensione costante dall’inizio alla fine. Villeneuve, tramite inquadrature studiate a tal fine ed esteticamente sbalorditive, mostrandoci, con lenti movimenti di macchina, poco per volta per tenerci con il fiato sospeso, e attraverso primi piani estremamente eloquenti, sfoggia una grande padronanza del mezzo e della sua grammatica, regalando così al film il suo perfetto tono. Contribuiscono, sotto la sua direzione, un’incisiva colonna sonora firmata da Johann Johannsson, che scava in profondità nell’animo dello spettatore con toni cupi e minimalisti. Segue la fotografia di Bradford Young, che sposa la visione del regista esaltando, a seconda del momento, una gamma di colori scuri o chiari, giocando con il riflesso che essi hanno sulla psicologia dello spettatore. Maestosa è anche la scenografia, perfetta nel suo minimalismo a rendere visivamente l’atmosfera fino ad ora decantata.
Amy Adams è straordinaria nel ruolo della linguista Louise. Riesce a farci vivere il suo trasporto emotivo, comunicando con intensi sguardi e minimi gesti. Il suo scavare a fondo nella vita del personaggio riescono a renderlo estremamente umano, elemento fondamentale in un film che unisce, in modo imprescindibile, il sentimento, l’umanità alla fantascienza. La segue un bravo Jeremy Renner, nei panni del fisico teorico della squadra. Svestiti i panni del supereroe, anche lui lavora sulla sottrazione, riducendo il suo personaggio a nulla più che un uomo in balia degli eventi, e per ciò estremamente credibile.
Tratta dal racconto Story of your life, di Ted Chiang, la sceneggiatura di Eric Heisserer mescola con il giusto equilibrio fantascienza atipica e filosofia esistenziale, portando avanti una narrazione non scontata, in grado di tenere viva l’attenzione grazie ai suoi continui risvolti. Il tema del tempo e delle sue diverse concezioni è qui trattato con una cura che pochi hanno raggiunto, e il più presente tema del linguaggio trova il giusto spazio per poter comunicare fino in fondo il suo messaggio. Volendoci insegnare come il linguaggio sia non solo l’ovvia forma principe della comunicazione, ma anche l’elemento fondamentale per la comprensione e quindi la pace tra popoli, Arrival lascia un senso di speranza in un mondo difficile, dove un’apparente dilagare di mezzi di comunicazione sembra averne impoverito il senso.
Arrival, diretto da Denise Villeneuve con Amy Adams e Jeremy Renner, è in sala dal 19 gennaio nei cinema di Latina (Oxer, Corso Multisala), Aprilia (Multiplex Village Cinemas), Formia (Del Mare Multisala), Terracina (Teatro Traiano).