Tratto dall’omonimo romanzo di Paula Hawkins, La ragazza del treno, diretto da Tate Taylor, segue la vicenda di Rebecca Watson (Emily Blunt), incapace di accettare il divorzio finendo con l’attaccarsi sempre più alla bottiglia e perdendo il lavoro. Ogni mattina Rebecca prende il treno, e guardando fuori dal finestrino fantastica sulle cose e sulle persone che vede. In particolare la sua attenzione si fissa su di una coppia che lei immagina perfetta. Quando però la lei della coppia svanirà nel nulla, inizierà a svolgersi un mistero che la vedrà coinvolta in prima persona.
Dovendosi confrontare con la complessa struttura del romanzo, che dà, tra le altre cose, ampio spazio alle riflessioni interiori dei personaggi, il film non riesce a riprodurne il ritmo, finendo con il presentare una narrazione non cronologica e un’alternanza di punti di vista che lo spezzano, rallentandolo e frammentandolo eccessivamente, e finendo con il confondere e disturbare lo spettatore. La regia di Tate Taylor sembra voler seguire lo stato di ubriachezza della protagonista, rendendolo visivamente attraverso alcune immagini che tuttavia potrebbero risultare troppo didascaliche e distrarre dalla narrazione. Se la prima parte del film procede dunque con incertezza e confusione, nella seconda la storia acquista chiarezza e interesse, divenendo però allo stesso tempo prevedibile e quindi non riuscendo ad attrarre lo spettatore come un buon thriller dovrebbe fare. La sceneggiatura si sforza di seguire il romanzo, trovandosi però costretta a sacrificare ai fini della narrazione molta della psicologia dei personaggi, che ci appaiono così svuotati, privi di concrete motivazioni. Emily Blunt, grazie alla sua bravura, riesce ad ogni modo a conferire attrattiva ad un personaggio estremamente complesso e tormentato, costantemente in cerca di qualcosa che le restituisca una normalità. L’attrice sembra così il motivo migliore per cui vedere un film, primeggiando sul restante cast che rimane incastrato in ruoli che difficilmente rimarranno nella mente o nel cuore dello spettatore. Nota positiva è la bella colonna sonora scritta e diretta dal bravissimo Danny Elfman, che riesce ad accompagnare e rendere gradevoli alcune scene del film.
La ricerca di una stabilità, di un senso alla propria vita e al proprio passato, elementi fondamentali nel libro, vengono nel film solo tratteggiati e lasciati in sospeso. Le tinte thriller che il film cerca di riprodurre lo fanno assomigliare molto all’ottimo Gone Girl di David Fincher, senza raggiungere però quel livello di bellezza o coinvolgimento. La ragazza del treno intrattiene con difficoltà, senza presentare momenti di originalità o interesse, affermandosi quasi esclusivamente grazie al successo del romanzo da cui è tratto.
La ragazza del treno, diretto da Tate Taylor con Emily Blunt, Justin Theroux e Rebecca Ferguson, è in sala dal 3 novembre nei cinema di Latina (Cinema Corso), Aprilia (Multiplex Village Cinemas), Fondi (Super Cinema Castello), Formia (Del Mare Multisala), Gaeta (Cinema Teatro Ariston), San Felice Circeo (Cinema Anna Magnani), Sperlonga (Cinema Augusto) e Terracina (Rio Multisala).