Si è riunita oggi la commissione Trasparenza del Comune di Latina con all’ordine del giorno la sentenza del Consiglio di Stato su Abc, con richiesta di audizione dell’Avvocatura comunale. Intervenuta la vice sindaca Maria Paola Briganti, si è assistito al tentativo di “imbavagliare” – così è stato recepito dagli esponenti di minoranza – la commissione e l’avvocato Paolo Cavalcanti, che ha rappresentato l’ente municipale nel procedimento di giustizia amministrativa innescato dalla società De Vizia Transfer contro il Comune di Latina, in merito all’affidamento del servizio di igiene urbana all’azienda speciale Abc. Un tentativo mal riuscito: la vice sindaco, con delega alla Legalità e Trasparenza, ha abbandonato la seduta.
La richiesta di convocazione della commissione Trasparenza con il punto all’ordine del giorno era stato richiesto dalla consigliera dem Nicoletta Zuliani, a seguito della risposta ricevuta in merito all’istanza di accesso agli atti formulata per l’acquisizione del parere legale fornito dall’Avvocatura comunale per l’esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato. Ostensione differita, contestata dalla consigliera.
All’avvio dei lavori, oggi in aula, è iniziato il “teatrino” sulla limitazione del diritto di accesso agli atti dei consiglieri comunali. Una brutta pagina del dibattito politico andato in scena anche ieri in Consiglio comunale. Latina Benne Comune ha cavillato sull’ordine del giorno. “Un ordine del giorno scritto furbescamente”, ha detto la consigliera Marina Aramini. La contestazione era: perché scrivere “sentenza” quando in realtà Zuliani voleva conoscere il “parere” dell’Avvocatura già “negato” con l’ostensione differita? Un’eccezione portata avanti anche dai commissari Emanuele Di Russo ed Ernesto Coletta.
In questo dibattito si è inserita, anticipandolo anche, la vice sindaca Briganti che ha prima sollevato un dubbio e poi ha chiesto di mettere ai voti della commissione la sua proposta. Vediamo.
Il dubbio. “Mi chiedo – ha esordito Briganti, dicendo di voler condividere il suo dubbio con la commissione e l’avvocato Cavalcanti presente – se a norma del regolamento approvato sia legittimo che l’avvocato renda pubblico il parere senza pregiudicare le strategie difensive dell’ente”. Non soddisfatta della replica dell’avvocato volto a chiarire, in maniera molto elegante, che certamente era in grado di commentare la sentenza del Consiglio di Stato senza svelare alcuna linea difensiva, ha presentato una mozione d’ordine chiedendola di metterla ai voti della commissione.
La proposta: “Io chiedo che questa commissione valuti attentamente la propria responsabilità (in caso di audizione dell’avvocato, ndr) su eventuali conseguenze, anche negative, in sede giudiziaria. Avendo rappresentato i miei dubbi, io abbandono la seduta”.
Questo in sintesi il “passaggio” del vice sindaco Briganti, che in aula ha fatto molto rumore, sollevando un forte sgomento. Durissima l’opposizione sull’esternazione del vice sindaco. “Ha messo in dubbio l’onesta intellettuale dei componenti di questa commissione e della professionalità dell’avvocato comunale – ha detto il consigliere Alessandro Calvi -, mi auguro che l’assessore Briganti torni in aula a scusarsi”. “Ma che cos’è stata questa, una minaccia?”, ha domandato incredulo il consigliere Salvatore Antoci, chiedendo di riconvocare in aula il vice sindaco anche a costo di sospendere la seduta. Il presidente della commissione Matilde Celentano ha invece tirato dritto dando la parola all’avvocato Cavalcanti.
L’audizione dell’avvocato Cavalcanti, in merito all’ordine del giorno “Sentenza Consiglio di Stato 1687/2019”, la tratteremo in un successivo servizio.
La commissione si è conclusa con un’ulteriore richiesta di convocazione da parte della consigliera Nicoletta Zuliani a proposito del regolamento di accesso agli atti approvato ieri in Consiglio emendato con una parte stralciata dal regolamento dell’avvocatura comunale (leggi qui).