Scampato per gli avvocati del Comune di Latina il pericolo di ritrovarsi in qualche ufficio dell’ente a svolgere ruoli della gestione amministrativa, incompatibili con l’attività forense. Una delle modifiche apportate al regolamento dell’Avvocatura comunale, dopo lo scontro-incontro con l’Ordine degli Avvocati di Latina, è stata l’introduzione di un comma all’articolo 1 che “Gli Avvocati Comunali non possono essere assegnati, neppure temporaneamente, alle dipendenze di altre strutture organizzative e non possono assumere incarichi gestionali di qualsivoglia natura”. Ecco, tanto per essere chiari.
La delibera di giunta 148/2019, recante la data odierna, pubblicata oggi all’albo pretorio, apporta modifiche e integrazioni alla precedente deliberazione 110/2019 di approvazione del nuovo regolamento dell’Avvocatura comunale. La novità è che, sempre all’articolo 1 rispetto alla precedente versione che ha provocato una forte presa di posizione dell’Ordine forense, sparisce la dicitura “Gli avvocati esercitano le funzioni loro proprie con sostanziale estraneità all’apparato amministrativo e agli stessi non possono essere affidate attività di gestione amministrativa”. Gli avvocati del Comune – viene aggiunto, sempre all’articolo 1 –“rispondono dell’esecuzione del patrocinio in giudizio in modo diretto ed esclusivo al legale rappresentante dell’Ente”.
Lievemente modificato, e quasi a sorpresa, rispetto a quanto preannunciato ieri dal sindaco Damiano Coletta, anche l’articolo 3, ovvero quello relativo allo sdoganamento degli incarichi esterni. Il ricorso a questi ultimi resta statuito, ma viene precisato che nel caso l’amministrazione voglia ricorrervi per eccessivo carico di lavoro dell’Avvocatura comunale, quest’ultimo, il carico di lavoro, dovrà essere “attestato dall’Avvocato dirigente”. Poche parole che fanno la differenza.
Altro motivo di scontro tra il Consiglio dell’ordine degli avvocati di Latina e la giunta di Coletta era stato anche l’articolo 10 del regolamento, relativo all’accesso agli atti. Cassata la seguente citazione “Ai pareri legali sono equiparate tutte le relazioni e memorie inerenti la prevenzione della corruzione dell’Ufficio anticorruzione”. Ieri il sindaco, in riferimento a tale aspetto, aveva precisato che l’Ordine aveva consigliato all’Ente di trattarlo in altro regolamento, al fine di evitare equivoci interpretativi. E così è stato.
…Oggi in Consiglio comunale è stato presentato da tre consiglieri di maggioranza ed approvato un emendamento, al regolamento per la disciplina del diritto di accesso agli atti dei consiglieri comunali, che codifica la limitazione della funzione di controllo propria dei consiglieri, oltre agli scritti defensionali per la tutela della riservatezze delle procedure contenzione o pre-contenziose, anche “le relazioni e memorie inerenti la prevenzione della corruzione dell’Ufficio anticorruzione e antimafia”. Un passaggio che ha scatenato un asprissimo dibattito e che ha spinto i consiglieri di opposizione a definire il regolamento che avrebbe dovuto snellire le procedure di accesso agli atti un vero e proprio bavaglio, atteso che ai consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza sui quali ricade l’obbligo della riservatezza, non può essere imposta “alcune limitazione ad ottenere dall’ente tutte le informazioni utili all’espletamento delle funzioni”. E polemiche sono scaturite anche dalla funzione “antimafia” dell’ufficio anticorruzione. “L’antimafia – ha detto la consigliera Nicoletta Zuliani – è di competenza delle Prefetture”.