Top secret sul parere dell’Avvocatura del Comune di Latina successiva alla sentenza del Consiglio di Stato relativa alla gara rifiuti. La consigliera Nicoletta Zuliani l’ha chiesta al sindaco Damiano Coletta, ma il capo di Gabinetto Vincenzo Abbruzzino le ha risposto affermando di ritenere opportuno differire l’ostensione e il rilascio in copia della documentazione richiesta, fino alla definizione della lite pendente.
La esponente del Partito democratico non è rimasta a guardare e con una nota stampa, molto articolata, ha richiamato la consolidata giurisprudenza volta a chiarire che “il diritto del Consigliere comunale ad ottenere dall’ente tutte le informazioni utili all’espletamento delle funzioni non incontra neppure alcuna limitazione derivante dalla loro eventuale natura riservata, in quanto il consigliere è vincolato al segreto d’ufficio”. Motivo per cui ha chiesto ufficialmente alla presidente della commissione Trasparenza Matilde Celentano di convocare urgentemente l’organo invitando l’Avvocatura a relazionare sul contenuto della sentenza del Consiglio di Stato e a dire con quali modalità, secondo il proprio parere, debba essere attuata.
Ma intanto dalla risposta di Abbruzzino emergono due circostanze rimaste finora sottotraccia, ovvero che l’Avvocatura comunale si è espressa in merito alla sentenza e che sussiste una lite pendente, sebbene il verdetto in questione sia definitivo. Cosa bolle in pentola? A quanto tempo fa risale il parere, o relazione come dir si voglia, dell’Avvocatura comunale?
Quest’ultimo interrogativo non è poca cosa, perché durante il Consiglio comunale dell’8 aprile scorso il sindaco Coletta, contestato dall’opposizione per aver passato la patata bollente della sentenza nelle mani degli uffici, alla fine è tornato in aula con il parere degli avvocati dell’azienda Abc, Bruno De Maria e Giovanni Malinconico, pervenuto al protocollo del Comune quella mattina stessa. Il sindaco lo lesse per intero. Il parere degli avvocati dell’Abc risultò in linea con quanto fino a quel momento aveva sostenuto l’amministrazione comunale e cioè che fosse sufficiente, per eseguire la sentenza del Consiglio comunale, annullare nuovamente la gara dei rifiuti, provvedendo alle notifiche alle parti interessate secondo le giuste modalità. Alla domanda su cosa ne pensasse l’Avvocatura comunale non ci fu alcuna risposta da parte del sindaco, tanto che l’opposizione valutò l’ipotesi di richiedere la convocazione di un altro Consiglio comunale sull’argomento chiamando a riferire l’Avvocatura. Bene, Abbruzzino ha chiarito che il parere esiste. Esisteva già l’8 aprile? E’ stato fornito dopo? Era sulla stessa lunghezza d’onda del parere “offerto” dai legali di Abc? Tre giorni dopo la giunta ha approvato la bozza del nuovo regolamento dell’Avvocatura comunale che sdogana il ricorso ad incarichi esterni per cause e pareri legali facendo venir meno l’esclusività dell’avvocatura interna nella gestione del contenzioso del Comune e mettendo becco su quali documenti l’Avvocatura sia tenuta a fornire in caso di richiese di accesso agli atti.
Abbruzzino ha rinviato l’ostensione alla fine della lite pendente invocando l’articolo 10 del vigente regolamento dell’Avvocatura che limita l’ostensione di pareri legali per la tutela delle procedure contenziose o precontenziose… al fine di non compromettere l’azione difensiva dell’Amministrazione. Un dettaglio che alla consigliere dem non è piaciuto affatto, perché “le linee difensive non possono essere esplicitate neanche al sindaco” e poi, come dice la giurisprudenza, “il diritto di ostensione ai consiglieri dei pareri legali viene riconosciuto anche quando gli stessi hanno funzione endoprocedimentale”.
“La nota dell’Avvocatura che spiega come attuare la sentenza del Consiglio di Stato – si legge nella nota di Zuliani – è un elemento importantissimo di conoscenza per i consiglieri che devono votare documenti che riguardano proprio l’azienda speciale. È evidente che, se il sindaco legge in Consiglio la nota degli avvocati dell’azienda speciale, e non comunica ai consiglieri comunali cosa dice la propria Avvocatura, le due note dicono cose diverse. Negare queste informazioni – attacca – potrebbe confluire in un pericoloso abuso di potere. Il Consiglio comunale, nelle persone di tutti i consiglieri sia di maggioranza che di opposizione, hanno il dovere di controllare, verificare, suggerire, indirizzare ma non possono farlo se vengono sottratti loro importanti elementi di conoscenza: non consentire loro di espletare questo mandato è un abuso di potere”.
Ma torniamo ad Abbruzzino e alla riservatezza ai fini della tutela dell’ente. Se per questa ragione il parere dell’Avvocatura deve restare top secret come mai il sindaco ha letto in Consiglio comunale il parere dell’avvocatura di Abc? Abc non è forse un bene comune da preservare al pari dell’ente municipale? Abbruzzino differisce l’ostensione al termine della lite pendente. Ma di quale lite parla? Il parere è a valle di una sentenza del Consiglio di Stato, come afferma la consigliera dem. La lite pendente è limitata al ricorso per revocazione della sentenza da parte di De Vizia o c’è dell’altro? Cosa bolle in pentola?
Zuliani ha chiesto una commissione Trasparenza e speriamo che l’Avvocatura del Comune, chiamata in audizione, possa risolvere il “giallo” nella piena autonomia del suo ruolo che incredibilmente appare a rischio bavaglio con un nuovo regolamento già contestato dai sindacati.