Non è stata condivisa la mozione per l’induzione al sorriso dei dipendenti comunali di Latina, proposta dai consiglieri del gruppo misto ex Lbc, Salvatore Antoci, primo firmatario, e Olivier Tassi, e dal consigliere Antonino Leotta di Lbc. Non è stata condivisa, è stata bocciata questa mattina nel corso dell’assise civica dagli esponenti di maggioranza e opposizione, con l’astensione di uno dei tre firmatari, Leotta, e dal terzo consigliere del gruppo misto Massimo Di Trento, trovando il consenso dei soli Antoci e Tassi, ma dalla stessa mozione è scaturito un lunghissimo dibattito.
Cosa prevedeva
I consiglieri sottoscrittori della mozione chiedevano al Consiglio di impegnare sindaco e giunta a dare disposizione a tutto il personale del Comune di Latina e degli enti, delle aziende e delle istituzioni dipendenti dal Comune di voler: “ricevere sempre i cittadini con un sorriso e con parole ed atteggiamenti accoglienti”, “rispondere al telefono con la formula ‘Buongiorno, Comune di Latina, ufficio Xxx sono YyyZzz, come posso aiutarla?’”, “ringraziare sempre i cittadini che fanno segnalazioni o che rappresentano un disservizio o una criticità”, “chiedere formalmente scusa quando si provoca un disagio o un disservizio a un cittadino”.
La critica
“La proposta è irricevibile sia nella forma che nella sostanza. E’ una formula stereotipata, basata su un presupposto accusatorio. Trovo scritto che alcuni cittadini non si sentono trattati con il dovuto rispetto, che alcuni dipendenti hanno già adottato il modus operandi suggerito. Come dipendente pubblico trovo svilente questa formuletta. Le regole sono già scritte nel Codice dei dipendenti all’articolo 12.”. Questa in sintesi la posizione espressa dalla consigliera Marina Aramini della maggioranza. Il capogruppo di Lbc Dario Bellini, nel contestare la formula da call center ha voluto tuttavia riconoscere ai proponenti le buone intenzioni per un migliore servizio da rendere ai cittadini: “Buono il proposito, sbagliato il metodo – ha detto – la formula da call center non migliora il servizio ai cittadini, la professionalità non la si acquisisce con questa formuletta”.
La critica mossa dal Partito democratico, attraverso la consigliera Nicoletta Zuliani, si è concentrata soprattutto su un dato trascurato, la soddisfazione dell’utenza testimoniata da numerose attestazioni di stima che gli uffici ricevono in continuazione attraverso missive. Con un invito rivolto al sindaco, Zuliani ha chiesto all’amministrazione di voler dare risalto ai migliori risultati del personale attraverso encomi, atteso che la maggior parte dei dipendenti lavora in condizioni “estreme”.
“E’ una mozione riduttiva ma non banale, hanno detto i consiglieri Alessandro Calvi e Giovanna Miele di Forza Italia -. Non è banale perché ci ha consentito di discutere in questa aula della risorsa più importante di questo ente, è riduttiva perché se vogliamo discutere del personale lo dobbiamo fare allargando l’obiettivo e non riducendo la questione su come rispondere al telefono e interrogarci sul come la politica può migliorare il servizio ai cittadini, anche supportando i dipendenti”.
Dipendenti tra i quali, è stato sottolineato a più riprese, dagli esponenti di opposizione ci sono quelli che nel corso della consiliatura si sono visti “costretti” a lasciare il Comune di Latina per trasferirsi in altri enti dove dirigono con successo altri settori.
La replica
Il consigliere Leotta ha detto che la mozione è stata mal interpretata e che quando l’ha letta e sottoscritta, a titolo personale e non come Lbc, si era posto un’altra domanda: “I cittadini di Latina sarebbero contenti se al telefono ricevessero risposte di questo tipo? Io direi di sì. Volevamo dare questo indirizzo politico per favorire la reciproca fiducia tra istituzione e cittadino. Detto ciò mi asterrò dalla votazione”. Antoci e Tassi dal canto loro hanno difeso fino alla fine la mozione proposta, da considerare non contro i dipendenti comunali ma a favore dei dipendenti, in favore della loro tutela, della cortesia tra colleghi dei diversi servizi, in favore di loro stessi perché prima di tutto sono cittadini. “Ha prevalso il timore di toccare nervi scoperti, rinviando nuovamente la stesura del nuovo libro”, ha concluso Antoci.
La politica del personale
Il dibattito in aula si è dilungato moltissimo sulla mozione della buona creanza dei dipendenti comunali, suscitando – almeno così ci è sembrato – anche un po’ di imbarazzo da parte della giunta. Sul punto è intervenuta anche la vice sindaca Paola Briganti, che ha la delega al personale, la quale ha detto di rivendicare con orgoglio quanto è stato fatto in questi due anni e mezzo di amministrazione Coletta per implementare il personale del Comune con nuove assunzioni, “spendendo il massimo delle risorse disponibili”, e cercando di agevolare il lavoro dei dipendenti sottorganico con il completamento dell’informatizzazione dei servizi. Lungo l’elenco delle cose fatte fornito da Briganti, relative alle progressioni economiche, al pagamento delle premialità, eccetera. Insomma, anche per la giunta la mozione non era condivisibile (un’altra frustata ai dipendenti), ma guai a dire che troppi sono fuggiti dal Comune di Latina perché altrettanti ne sono arrivati e quelli che sono rimasti avrebbero ottenuto migliorie rispetto al recente passato. Insomma, la solita litania con la quale si continua a sottovalutare la perdita di personale dipendente, memoria dei procedimenti amministrativi, che impone ai nuovi arrivati tempi lunghi per l’acquisizione della conoscenza delle pratiche. Più volte abbiamo infatti sentito dire, in Consiglio o in commissione, all’assessore di turno dire “purtroppo è cambiato il dirigente, il rup… e siamo in ritardo”.