Alla faccia della trasparenza! Pubblicate all’albo pretorio del Comune di Latina, senza i relativi allegati, due delibere di giunta relative a varianti al piano particolareggiato Q3 e al piano particolareggiato R2 in accoglimento delle richieste presentate rispettivamente dalle società Green Building srls e Marpac srl. Di cosa si tratta?
Nel primo caso di un progetto pervenuto al Suap il 29 agosto 2018 per la richiesta di un permesso a costruire un edificio con destinazione commerciale in via del Lido angolo via Faggiana (?); nel secondo caso di un progetto pervenuto in municipio il 26 novembre 2016 e successivamente integrato il 27 novembre 2018 per l’accorpamento di una volumetria commerciale esistente con una residua volumetria prevista nel piano in un unico blocco in cambio di un parcheggio di uso pubblico e la modifica parziale della viabilità per consentire l’allineamento di via degli Osci con via don Torello.
La variante richiesta dalla società Green Building srls consiste dell’eliminazione del vincolo di destinazione specifica alberghiera ricadente sul lotto, interessato alla realizzazione della struttura commerciale, che mantiene la collocazione in zona destinata ad attrezzature turistiche. Dunque, perché un’area commerciale su un fondo la cui destinazione urbanistica, pur variata, è destinata ad attrezzature turistiche? Perché la variante di destinazione d’uso proposta – si precisa nella delibera di giunta – non comporta “diminuzione nella dotazione di aree per servizi pubblici o di uso pubblico prevista, entro il limite massimo del 30 per cento”. Ok, ma dove sta il progetto della società Green Building srls?
Nel decreto legislativo numero 33 del 14 marzo 2013 (Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni) è stabilito all’articolo 39 che le pubbliche amministrazioni pubblichino la documentazione relativa a ciascun procedimento di presentazione e approvazione delle proposte di trasformazione urbanistica d’iniziativa privata o pubblica, conditio sine qua non per l’acquisizione dell’efficacia degli atti stessi.
La deliberazione numero 457/2018 del 28 dicembre 2018 della giunta del sindaco Damiano Coletta, relativa all’istanza Green Building srls, cita atti che “seppur non allegati – testuale – formano parte integrante e sostanziale della deliberazione”. Il riferimento è agli allegati A e B, ovvero relazione tecnica generale e zonizzazione. Ma dove sta il progetto della Green Building srls? Siamo sicuri che non necessitasse di una preventiva pubblicazione all’approvazione dell’atto? Della superficie commerciale che intende realizzare la società non si sa nulla, neanche dopo l’approvazione della variante. Alla faccia della trasparenza e della “lezione” impartita dal segretario/direttore generale, nonché responsabile dell’anticorruzione, dell’ente comunale impartita il 18 dicembre scorso nell’ambito di una seduta della commissione consiliare Affari Istituzionali.
Anche per la variante in zona Piccarello, richiesta dalla società Marpac srl, per la giunta di Coletta non c’è nulla da eccepire poiché le norme tecniche attuative del relativo Ppe prevedono che “nelle zone a carattere commerciale in cui è prevista la conservazione edilizia è consentita la ristrutturazione purché quest’ultima sia concepita nell’ambito di una progettazione unitaria planivolumetrica e purché non si superi la volumetria e la superficie commerciale esistente”, appunto come nel caso de quo. Peccato però che anche in questo caso che il progetto, redatto dagli architetti Gianfranco ed Elisa Cautilli, pur citato in delibera con tanto di allegati, non sia stato pubblicato né prima l’approvazione della deliberazione né in allegato alla stessa.
Le due varianti dell’era Coletta, approvate dal suo esecutivo su indirizzo dell’assessore Francesco Castaldo, potranno essere anche le più legittime in assoluto che Latina abbia mai visto, ma visto il recente trascorso della politica urbanistica di questa città era lecito aspettarsi un po’ di sana trasparenza da parte di chi voleva scrivere un nuovo libro promettendo anche il consumo zero del suolo.