In questi giorni i cittadini di Pontinia, residenti in località Campo Ioso, stanno ricevendo dal Comune di Priverno “inviti” di pagamento, entro trenta giorni, del canone enfiteutico. Qualcuno ha già pagato, altri resistono ma si mostrano intimoriti dalla minaccia di riscossione coattiva a mezzo ingiunzione fiscale, con ulteriori oneri e spese a loro carico. Quella del Comune di Priverno è una pretesa di pagamento legittima? E il sindaco di Pontinia cosa intende fare? Sono questi in sintesi i quesiti contenuti in un’interrogazione consiliare del gruppo “Il Girasole di Pontinia”, a firma di paolo Torelli e Daniela Lauretti depositata oggi.
Nel testo dell’interrogazione i consiglieri firmatari ricordano che il Comune di Pontinia è stato istituito con Regio Decreto 2284 del 16 dicembre 1935 che ne stabiliva anche i confini. E allora perché permettere ad un altro Comune di battere cassa a casa dei cittadini di Pontinia? Il Comune di Priverno giustifica la propria richiesta a denari “a seguito di analitica ricognizione … ai sensi del Decreto del Commissario degli usi civici sedente in Roma del 31/05/1955”.
“L’enfiteusi è un diritto reale di godimento su un fondo di proprietà altrui, urbano o rustico
secondo il quale – si legge nell’interrogazione -, il titolare (enfiteuta) ha la facoltà di godimento pieno (dominio utile) sul fondo stesso, ma per contro deve migliorare il fondo stesso e pagare inoltre al proprietario (direttario o concedente) un canone annuo in denaro o in derrate”. Un istituto che si perde nella notte dei tempi: “Durante il periodo feudale, l’enfiteusi fu uno strumento amministrativo assai usato dalla Chiesa romana per regolarizzazione la cessione o la concessione dei fondi, nei confronti dell’aristocrazia…”.
Per i due consiglieri di opposizione che hanno presentato l’interrogazione, la richiesta del pagamento dei canoni enfiteutici da parte del Comune di Priverno nei confronti dei residenti di Pontinia “appare priva di legittimazione giuridica” e per questa ragione chiedono al sindaco Carlo Medici se intenda interfacciarsi con la sindaca lepina per fare chiarezza sull’intera vicenda al fine di mettere in atto azioni utili a sospendere la procedura per una soluzione amichevole o se intenda sostenere una class action, nominando un avvocato tributarista da mettere a disposizione, con patrocinio gratuito, dei propri cittadini vessati.