Nuovi sigilli per l’edificio di Borgo Piave a Latina, sequestrato tre anni fa a seguito dell’inchiesta del sostituto procuratore Gregorio Capasso, chiusa poi per abusivismo edilizio. Uno dei capitoli più buoi dell’urbanistica malata del capoluogo pontino, tra le principali cause della caduta dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Di Giorgi, è oggi tornata di forte attualità con una “nuova” ipotesi di reato, quella della lottizzazione abusiva. “Nuova” tra virgolette, perché le risultanze degli accertamenti svolti all’epoca dagli agenti del Nucleo investigativo della Forestale di Latina confluivano proprio in questa direzione. Oggi, dicevamo, un nuovo sequestro per una nuova ipotesi di reato che prevede anche la confisca e che pertanto ha reso attuale la misura cautelare eseguita questa mattina.
La richiesta del nuovo sequestro è stata formulata dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano ed è stata emessa dal Gip Mara Mattioli. Ad apporre i sigilli nel cantiere di via Piave sono stati gli operatori del Nipaaf, nel frattempo diventati carabinieri forestali al posto di agenti forestali. Quattro le persone finite nel registro degli indagati: Vincenzo Malvaso, ex consigliere comunale di Forza Italia, riconducibile alla società Piave Costruzioni titolare della mega struttura fermata quasi a conclusione dei lavori, Giuseppe Di Rubbo, all’epoca assessore all’urbanistica, anche lui di Forza Italia, l’ex sindaco Di Giorgi espressione di Fratelli d’Italia, e l’architetto Ventura Monti, dirigente del Comune di Latina, andato in pensione appena pochi giorni fa.
L’ipotesi di lottizzazione abusiva viene suffragata dall’esito di una consulenza tecnica disposta dal Pm Miliano, nel quale sostanzialmente si afferma che il nuovo Ppe di Borgo Piave, in base al quale è stato rilasciato il permesso a costruire del maxi immobile residenziale e commerciale, non era conforme al Piano regolatore generale. Era stato approvato dalla giunta municipale quando invece, costituendo una varante, sarebbe dovuto passare prima per il Consiglio comunale e poi per la Regione Lazio. Da segnalare inoltre che in base alla perizia il Ppe così confezionato avrebbe aumentato i metri cubi delle destinazioni residenziali a discapito di quelle riservati ai servizi.
Il nuovo Ppe di Borgo Piave, ribattezzato variante Malvaso proprio per il coinvolgimento degli interessi dell’allora consigliere di maggioranza, e altri cinque nuovi Ppe di Latina sono stati annullati dal commissario straordinario Giacomo Barbato alla guida dell’ente dopo la caduta dell’amministrazione di Di Giorgi. Il Tar recentemente ha dato ragione all’iter di annullamento seguito da Barbato, respingendo numerosi ricorsi promossi da costruttori.