Dal cilindro dell’urbanistica di Latina Bene Comune spunta la soluzione ai Piani particolareggiati annullati. Oggi nella commissione presieduta dalla consigliere Celestina Mattei, in prima seduta a tema – la seconda puntata è prevista per il prossimo giovedì – è stata illustrata una bozza di deliberazione del Consiglio comunale per i criteri e gli indirizzi per una ripianificazione degli strumenti urbanistici dei piani annullati e dei nuovi strumenti di pianificazione del governo del territorio.
Deluso e perplesso il consigliere Matteo Coluzzi: “Una proposta che sembra una sorta Dup (Documento unico di programmazione) in cui mancano tempi di attuazione e dettagli nel merito. Una proposta che rimanda il tutto a varianti, accorpamenti e Print, perdendo di vista quella che dovrebbe essere una visione complessiva della città, per poi scendere nei dettagli”. Il consigliere indipendente ha già depositato un’interrogazione per capire quale sia l’orientamento dell’amministrazione alla luce dell’annullamento di sei piani particolareggiati, confermati da recenti sentenze del Tar. “Spero che nella sede del question time l’assessore all’urbanistica sappia dare risposte più precise di quelle fornite oggi in commissione”, ha commentato a margine Coluzzi.
Uno sguardo alla bozza della nuova pianificazione del territorio di Latina secondo Lbc. In un approccio alchemico – ci sia consentito l’aggettivo – dei sei piani particolareggiati annullati, per tre si profila l’accorpamento. Calma. Qui ci vuole un bel respiro e pensare in termini filosofici-matematici che all’infinito consentono l’impossibile, come l’intersezione tra rette parallele. Calma. Perché qui c’è gente che studia e merita rispetto. Sicché scordatevi il problema dei Ppe annullati, Frezzotti, Prampolini e Isonzo. La bozza di delibera valuta l’ipotesi di accorpare i tre omonimi comprensori del Piano regolatore generale con quello R0, nucleo di fondazione per il quale non si è mai arrivati a una definizione di Ppe, e con quello Goretti e Piccarello, R4 e R2, per farne un unicum, per l’adozione di un unico piano attuativo, allo scopo di recuperare gli edifici storici eventualmente ignorati dalla strumentazione vigente. Piano particolareggiato? No… all’infinito, forse, un piano accorpato, per tre aree della città non solo distanti ma disomogenee. Però, invece di sei uno.
Latina Scalo? Altro Ppe annullato. Non serve rifarlo, basta la riqualificazione e il potenziamento dei servizi aggiunti al recupero e alla riqualificazione degli spazi. Borgo Piave e Borgo Podgora? Forse l’assessore al ramo Francesco castaldo lo spiegherà meglio nel corso della prossima commissione del Governo del territorio.
E fin qui la storia dei Ppe annullati. Spazio invece ai Ppe di Borgo Sabotino e Borgo Grappa per la riqualificazione della Marina di Latina.
Nella visione alchemico-urbanistica del nuovo capoluogo pontino appare una magica sigla, Print. Si tratta dell’acronimo Programma integrato di intervento previsti anche in variante al Piano regolatore vigente. Basta un Print, con l’aiuto del privato, per riqualificare le zone artigianali e industriali e siti industriali dismessi. Fai l’accordo col privato, vai in Consiglio e approvi volumetrie mentre ripensi ai Ppe annullati da sostituire in divenire con un unico maxi, con tanto di nuovi incarichi per la redazione.
Chissà oggi cosa avrà voluto intendere l’assessore Castaldo quando ha affermato che i costruttori a Latina finora hanno preso tanto e da adesso in poi dovranno dare?
Intanto, del passato tanto rinnegato fa gola la deliberazione del Consiglio comunale numero 64 del 25 ottobre 2013 relativa al regolamento per l’adeguamento urbanistico-commerciale. Nella bozza presentata oggi in commissione si afferma che è intenzione dell’amministrazione recepirla. Ma che cos’è questo regolamento? Un atto propedeutico ad un’altra delibera rimasta nel limbo e che metteva a riparo quelle attività commerciali sorte in area artigianale con allegre sanatorie, forzati cambi di destinazione d’uso finiti sotto inchiesta della Procura. Un esempio su tutti? La Globo al posto della Seranflex.
Infine citiamo il famoso ufficio di Piano che dovrebbe coordinare la revisione degli strumenti urbanistici. Dalla bozza di delibera è emerso che è stato istituito un anno fa, ma come ha spiegato l’assessore Castaldo occorre ora stabilire chi ne farà parte. che vuoi che sia, solo un dettaglio per uscire dalla palude.