C’è tempo fino alla fine del prossimo febbraio per aderire alla class action promossa dal comitato di avvocati, composto da Massimo Clemente, Vincenzo Fontanarosa, Christian Lombardi, Patrizia Menanno, Orazio Picano, Chiara Samperisi e Annamaria Zarrelli, contro Acqualatina.
Il Tribunale di Roma, con ordinanza depositata oggi, ha dichiarato ammissibile la class action nella parte in cui gli attori hanno chiesto di accertare la non debenza delle somme richieste in bolletta a titolo di partite pregresse per acqua, fognatura e depurazione, per il recupero dei costi sostenuti dal gestore nel periodo 2006-2011, per illegittimità delle tariffe idriche in violazione del principio di irretroattività dell’atto amministrativo e di corrispettività e nella parte in cui si chiede di condannare il gestore alla restituzione delle somme indebitamente percepite nel rapporto con il singolo utente/consumatore.
Il Tribunale ha quindi disposto le forme di pubblicità necessaria a raggiungere la totalità degli utenti di Acqualatina S.p.A. i quali tutti potranno aderire gratuitamente alla Class Action entro il termine perentorio del 28 febbraio 1019, con una semplice domanda e allegando le fatture per il periodo 2016 sino ad oggi e le relative attestazioni di pagamento.
Sulle altre domande relative alla richiesta di risarcimento danni subiti per la crisi idrica del 2017, dovranno invece proporsi autonomi giudizi per una più puntuale quantificazione delle singole voci di danno; Infatti, nonostante il fattore scatenante sia lo stesso, le singole posizioni e i danni subiti da ciascuno sono talmente eterogenei da non poter essere oggetto di un vaglio unitario da parte del Tribunale di Roma e di un equo ristoro. “Una riflessione sul punto pare doverosa – spiegano gli avvocati – e cioè che l’istituto della Class Action così come oggi è strutturato, appare inidoneo ad una tutela piena ed efficace delle singole posizioni per quanto omogenee siano, attesa la circostanza che, come nel nostro caso, la eccessiva diversità dei danni subiti da ciascuno non permette in questa sede di ottenere un ristoro satisfattivo per ciascuno. Tuttavia, è altrettanto vero che le promuovende azioni individuali permetteranno ad ogni utente danneggiato da Acqualatina di avere il massimo risarcimento sia dei danni patrimoniali che di quelli esistenziali subiti”.
“Nell’esprimere, quindi, enorme soddisfazione per il risultato ottenuto – commentano dal comitato – che vedrà Acqualatina costretta alla restituzione di ingenti somme e soprattutto perché questa non potrà più applicare in fattura i costi per ‘partite pregresse’, ricordiamo che solo qualche settimana fa Utilitalia (Federazione che riunisce tutti i gestori idrici, elettrici e del gas d’Italia) aveva tentato di intervenire – invano – nel presente giudizio esclusivamente per opporsi a tale domanda, a dimostrazione dell’enorme importanza economica che riveste tale aspetto dell’azione a livello nazionale”.
Il Comitato Avvocati, quindi, avvierà, senza indugio, tutte le prescrizioni dell’Ordinanza al fine di raggiungere il più alto numero di utenti perché vedano riconosciuto il loro diritto al rimborso di somme che non avrebbero dovuto sborsare.
Al contempo, verranno, intraprese le singole azioni risarcitorie per il ristoro dei danni subiti a seguito della carenza d’acqua non più oggetto dell’odierno giudizio.
“La decisione è di estrema importanza – concludono gli avvocati -, sia perché resa dal Tribunale di Roma (competente per ben 4 Regioni), sia per essere la prima azione di classe contro Acqualatina S.p.A. che, proposta direttamente dagli utenti, darà a tutti in breve tempo la possibilità di vedere affermato un principio non solo giuridico ma etico, di tutela di un diritto e di un bene primario”.