“Se ho fatto bene ma perdo 2.000 voti, la notte dormo tranquillo”. Così ieri sera il sindaco di Latina, Damiano Coletta, nel suo intervento conclusivo nel Consiglio comunale indetto sul progetto Recall, di digestione anaerobica dei rifiuti organici per la produzione di bio metano da realizzare in via delle Industrie allo Scalo. All’ordine del giorno due atti integrativi: il primo proposto dall’opposizione (dopo cinque ore di dibattito sono rimasti in tre – Fratelli d’Italia – a sostenerlo) per bloccare la scelta infelice dell’esecuzione del progetto accanto alle abitazioni, in un contesto agrario e già penalizzato dalla destinazione urbanistica industriale del sito in cui risultano impianti soggetti alla direttiva Seveso, limitrofo ai Giardini di Ninfa; il secondo proposto dalla maggioranza (sostenuto da 18 voti di Latina Bene Comune) per la presa d’atto dell’impossibilità del Comune di porre veti all’iter intrapreso che si è concluso favorevolmente al progetto vagliato da una conferenza dei servizi a cui aggiungere un contributo “per un controllo, anche a carattere volontario e d’intesa tra le parti (comitato di controllo) sull’ulteriore iter autorizzativo, sulla sua eventuale realizzazione e gestione”. Dunque, via libera alla centrale bio-metano.
Per cinque ore agli interventi degli esponenti di opposizione dei diversi gruppi, portavoce delle preoccupazioni della comunità di fronte alla prospettiva del nuovo impianto accanto al centro abitato con ricadute peggiorative sulla qualità della vita, si sono alternati quelli dei consiglieri di maggioranza volti a difendere la promozione del riciclo dei rifiuti per la produzione di energia pulita senza mai affrontare il nodo sottolineato dal consigliere Nicola Calandrini, ovvero che l’amministrazione si stava politicamente esprimendo senza che fossero presi in considerazione i pareri negativi espressi dagli uffici comunali Ambiente e Urbanistica depositati agli atti della conferenza dei servizi e “stranamente” non difesi in quella sede né nelle successive occasioni. Uno spazio, secondo il capogruppo di Fratelli d’Italia, rimasto aperto alla possibilità di veto sulla location, respinta dalla maggioranza. In particolare, l’esponete di opposizione ha citato il parere negativo del servizio Urbanistica che richiamava la norma attuativa del Prg in base alla quale nella sottozona F1 (industriale) in assenza di Piano particolareggiato nuove costruzioni potevano essere autorizzate previo parere della commissione urbanistica e del Consiglio comunale. Passaggi risultati assenti nell’iter portato avanti.
A sciogliere il nodo su questo aspetto l’assessore all’urbanistica Francesco Castaldo secondo il quale il parere espresso dall’ufficio urbanistica faceva riferimento al 380/2001 (Testo unico sull’edilizia) e non al 387/2003 (decreto legislativo sulle fonti rinnovabili, cosiddetto sblocca centrali, in aderenza alle direttive europee) sul quale era stato attivato il procedimento per la richiesta autorizzativa della Recall. Dunque, nulla da fare per la proposta dell’opposizione di bloccare il progetto. Iter corretto, in linea con la scelta politica di promuovere le iniziative che favoriscono l’economia circolare: “Se ho fatto bene ma perdo 2.000 voti, la notte dormo tranquillo”, ha sintetizzato il sindaco in un discorso molto più amplio costruito attorno alla “responsabilità” di valutare le scelte in maniera obiettiva. Il primo cittadino si è detto certo dell’utilità di una centrale a bio-metano per il territorio, confinando le resistenze a mero populismo. Un’accusa pesante e impopolare per Coletta che consapevolmente ha parlato di perdita di consensi che intende contrastare con la giusta informazione avviata in questi ultimi mesi sulla trasformazione dei rifiuti e le energie rinnovabili.
Ieri sera in Consiglio, nel lungo dibattito, Nicoletta Zuliani, del Pd, ha messo in guardia su quei “filtri” saltati nel lungo procedimento avviato per il rilascio dell’autorizzazione alla Recall. E ha informato l’aula, approfondendo la “visura” già fornita da Calandrini sulla società proponente in progetto di Latina Scalo, sull’asset societario di Recall: l’1% detenuto da un privato, persona fisica, il 99% dalla Bio2Gas che è detenuta all’1,35% dalla EscoBioGas e al 98% circa dalla Arepo, società fiduciaria. La consigliera ha posto l’attenzione sulla prevalenza della società fiduciaria e sui rischi che tale tipologia di società potrebbe comportare in termini di riciclaggio. Apriti cielo! “Terrorismo puro, visione catastrofica, eccetera eccetera”. Il sindaco: “E’ come se si decidesse di non disputare un campionato a Latina perché c’è il calcio-scommesse”. “Non spetta al Comune andare a vedere se c’è la mafia dietro una società”, ha detto il consigliere Nino Leotta di Lbc.
Dunque, ieri sera il progetto per la trasformazione di rifiuti organici in bio-gas a Latina Scalo ha ricevuto la benedizione di Lbc. Sullo sfondo resta quella democrazia partecipativa “tradita” (solo slogan elettorale, ha attaccato la consigliera Giovanna Miele di Forza Italia, riferendosi al fatto che la maggioranza non ha tenuto conto delle esigenze dei residenti), e la contraddizione forse di aver favorito un investimento privato nello stesso ambito in cui il pubblico intende proiettarsi per non stare sotto schiaffo a quella o quell’altra società privata (nell’atto integrativo approvato da Lbc c’è anche il mandato a sindaco, assessori e uffici di valutare l’opportunità di realizzare un’impiantistica, prevalentemente di proprietà pubblica, in sinergia con altri comuni della provincia di Latina).