Getto di cose pericolose, in questo caso cattivi odori, che possono mettere a rischio la pubblica incolumità. E’ questo il reato contestato al presidente del consiglio di amministrazione della “Acea Ambiente Srl, Giovanni Vivarelli, e a Daniele Cecili, procuratore della stessa società nonché responsabile tecnico della sede operativa di Aprilia, sita in via Le Ferriere, posta sotto sequestro oggi dai carabinieri del Nipaf di Latina, supportati dai colleghi della stazione di Cisterna di Latina, in esecuzione del decreto di sequestro preventivo d’urgenza firmato dal sostituto procuratore Luigia Spinelli. All’esito degli accertamenti svolti dai carabinieri forestali e dai militari della stazione di Campoverde, il pm ha ravvisato gravi indizi in merito al reato previsto dall’articolo 674 del Codice penale (lo stesso contestato per l’impianto di compostaggio Sep sequestrato a Pontinia) in relazione all’attività di trattamento e recupero dei rifiuti al fine della produzione di compost svolta presso l’impianto di proprietà di “Acea Ambiente srl” dallo scorso 23 marzo.
Le indagini sono state avviate sulla base di esposti presentati da cittadini della della zona che lamentavano emissioni odorigene, di forte intensità, provenire dallo stabilimento. Una storia vecchia, si dirà, atteso che era notorio il disagio patito dai residenti. Un disagio riesploso all’indomani della riapertura dell’impianto, all’epoca della Kyklos, sequestrato nel 2014 dopo la morte di due operai di Orvieto. A novembre del 2016 a seguito di un controllo dell’Arpa e del Nipaf vengono prescritti alla società titolare interventi utili alla riduzione degli stoccaggi e delle movimentazioni all’esterno, nonché al monitoraggio costante dei biofiltri e degli scrubber per il mantenimento delle condizioni ottimali all’interno delle celle e delle aie di maturazione del compost. Cosa è stata fatto fino alla data di oggi? Di certo c’è che i continui accertamenti svolti dagli inquirenti hanno rilevato una situazione di molestie olfattive pesantemente patite anche alla distanza di un chilometro e mezzo dall’impianto, come testimoniato da decine di residenti.
Gli elementi raccolti hanno reso evidente gravi indizi di reità in merito al reato di cui all’articolo 674 del Codice penale – si legge nel decreto di sequestro – tenuto conto del fatto che numerose persone (compresi gli ufficiali di polizia giudiziaria che hanno effettuato i sopralluoghi) hanno riferito in modo chiaro e preciso la natura degli odori molesti, la loro persistenza e in taluni casi la loro insopportabilità, la loro evidente riferibilità all’impianto di compostaggio della società Kyklos srl e ora di Acea Ambiente Srl.
Il Pm Spinelli, nel disporre il sequestro preventivo l’impianto, ha nominato quale custode giudiziario il dottor Lorenzo Palmerini.