Gli attivisti del meetup Latina Cittadinanza Attiva si appellano ai sindaci dell’Ato 4 affinché siano portate all’attenzione della Procura della Repubblica “circostanze gravissime” che riguardano il servizio idrico integrato, al fine “di scongiurare e delegittimare condotte inusuali”.
Emergenza idrica
“Per Acqualatina spa, società per il 51% pubblica, dopo 15 anni di gestione, la costante è ancora emergenza idrica, specie nel Sud Pontino – spiegano gli attivisti – Inoltre, le ingenti dispersioni di acqua dell’intera rete idrica sono stimate intorno al 70 per cento. Non meno importante la situazione debitoria della società che, insieme alle altre criticità, sono riversate costantemente nelle bollette dei cittadini dei comuni dell’Ato4. Nonostante ciò, gli ultimi bilanci di Acqualatina spa hanno chiuso in attivo, in particolare quello del 2016 con un utile record di 17,8 milioni di euro, addirittura 7 milioni in più del 2015. Quindi maggiori dividendi. Questi sono i risultati contabili, che i vertici della società, nelle persone di Raimondo Besson e Michele Lauriola hanno orgogliosamente esposto nell’ultima conferenza stampa della scorsa settimana”.
A proposito di legalità
Pungente il riferimento degli attivisti in merito al protocollo sulla legalità sottoscritto tra Acqualatina e Prefettura. “Il protocollo – afferma il meetup – punterebbe a contrastare forme di illegalità e infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici. Un percorso senza dubbio necessario per Acqualatina spa, di cui va ricordato come, in passato, non sia rimasta indenne da scandali e indagini della Procura. Non si capisce, se questo protocollo sia efficace anche contro le spartizioni politiche, le cui ingerenze hanno determinato negli anni passati scelte e strategie aziendali che oggi pesano nelle tasche dei contribuenti”.
Modifica del contratto di gestione
“A proposito del tema legalità – si legge in una lunga nota di Latina Cittadinanza Attiva -, in conferenza stampa i relatori Besson e Lauriola, forse, avrebbero dovuto spiegare, al socio pubblico di riferimento Ato4, le motivazioni a sostegno delle tentate modifiche al contratto di gestione originario. Le 16 nuove clausole di modifica proposte avrebbero neutralizzato, tra le altre cose, proprio l’articolo che bloccava la compravendita delle quote di Veolia ad Acea. Il pretesto era quello di dover adeguare la convenzione di gestione all’indirizzo predisposto dall’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico (AEEGSI). Il nuovo contratto gestionale, avrebbe modificato il precedente, proprio nella clausola che obbligava i soci pubblici ad essere informati per qualsiasi vendita di quote private. Oltre al gradimento dei sindaci, la precedente norma prevedeva anche il diritto di prelazione all’acquisto delle quote. Come se non bastasse, in deroga al principio più elementare di trasparenza amministrativa, il socio privato Veolia avrebbe inviato ai sindaci la nuova versione del contratto contenente molte parti oscurate. Con il fallito tentativo di introduzione delle 16 clausole nel nuovo contratto di gestione, si voleva far passare anche l’esonero di responsabilità del gestore per causa forza maggiore e l’obbligo di fornire parere favorevole dei finanziatori, ai fini della risoluzione contrattuale per inadempienza. L’unico problema è che le nuove clausole non sono assolutamente previste dallo schema AEEGSI cui si pubblicizzava l’adeguamento. Ancor più grave, del vano tentativo di far approvare il nuovo contratto falsato, è stato il fatto che tale ‘adeguamento’ abbia stranamente superato le verifiche dell’organo ufficiale di controllo, ossia la Segreteria tecnico operativa dell’Ato4. Per fortuna i 38 sindaci, che rappresentano circa 700 mila utenti, si sono accorti del giochetto ed hanno bocciato per tempo tale spregiudicato tentativo. Un vero e proprio golpe aziendale”!
La nomina “sospetta”
Scongiurato il pericolo del “giochetto”, grazie al parere richiesto al professor Lucarelli che “ha categoricamente bocciato come illecita l’operazione finanziaria tra Veolia ed Acea (in ogni caso chiunque, anche meno autorevole del professore, avrebbe bocciato e bacchettato tale promessa di vendita)”, ad Acqualatina si decideva se cooptare nel CdA Roberto Cupellaro o Giacinto Giancaspro”. “L’accordo tra Veolia ed Acea – scrive il meetup – sfumerà poco tempo dopo la cooptazione in Acqualatina dell’ingegnere Cupellaro. Il manager è già stato in Acqualatina spa, nella veste di amministratore delegato nel biennio 2011 e 2012, quindi sicuramente un uomo gradito al socio privato Veolia… La recente nomina del manager entra in un quadro più ampio della mission aziendale di Veolia attraverso la Idrolatina srl nella società mista Acqualatina spa. Non è dato sapere, che aria tira in Acqualatina, alla vigilia della madre, per così dire, di tutte le battaglie, quella per l’acqua pubblica, uno dei temi centrali del Movimento 5 Stelle nel quale questo Meetup si riconosce. Rimane peraltro incomprensibile la linea dell’amministrazione comunale del sindaco di Latina Damiano Coletta sul tema, il quale in campagna elettorale sbandierava la ripubblicizzazione dell’acqua mentre come bene comune, pur dichiarando gli stessi propositi, ha avallato la nomina di Cupellaro in Acqualatina. Come è possibile che una società di tale portata internazionale (Veolia), con utili record conseguiti nell’ultimo triennio gestionale in Acqualatina, si renda protagonista di un tale atto di forza, prendendo accordi diretti con altro soggetto privato (Acea), contravvenendo a tutte le normative civilistiche vigenti fino a quella più importante della gara pubblica, addirittura di carattere europeo?”
Dunque, sarebbero queste le circostanze gravissime che secondo i grillini i sindaci dovrebbero portare a conoscenza della Procura.