I consiglieri comunali di Latina, Nicola Calandrini, Andrea Marchiella e Matilde Celentano (Gruppi Fratelli d’Italia e Lista Calandrini) hanno depositato una mozione, chiedendo al presidente dell’assise civica Massimiliano Colazingari di inserirla all’ordine del giorno della prossima seduta, avente ad oggetto la modifica dei diritti di segreteria per i difensori d’ufficio.
Gli avvocati del Foro di Latina, impegnati nelle difese di ufficio, sono tenuti a certificare l’ultima residenza del loro assistito. Il che si traduce nella richiesta di un certificato, nel versamento di 50 centesimi per i diritti di segreteria e nel ritirare materialmente il documento, come previsto da una delibera di giunta, la numero 797 del 2001. Insomma, una lungaggine senza senso nell’era del 2.0. Perché a preoccupare è proprio questo e non certo la spesa di 0,5 euro.
I consiglieri investiti della problematica da un gruppo di avvocati hanno quindi depositato una mozione per chiedere al sindaco e all’attuale giunta di attivare tutte le iniziative possibili per una maggiore modernità dell’ufficio anagrafe.
Calandrini, Marchiella e Celentano fanno presente come la difesa d’ufficio nel processo penale costituisce per l’avvocato un obbligo di legge, non potendo rifiutare l’incarico proveniente da designazione dell’Autorità Giudiziaria e diventando, nei fatti un servizio di pubblica utilità: “Per espletare tale funzione – spiegano – è necessario, per il professionista, richiedere l’accertamento formale dell’ultima residenza nota dell’imputato/condannato, che per il Comune di Latina può avvenire solo dietro richiesta fatta allo sportello del competente ufficio anagrafe. Nonostante tali atti siano esenti da bolli, imposte e tasse, il comune prevede il pagamento di un “diritto di segreteria” di 0,50 euro che, di fatto, obbliga il difensore d’ufficio o suo delegato a recarsi fisicamente presso gli uffici con aggravio di attività superflua. Al contrario, come accade in quasi tutti gli uffici anagrafici comunali – in applicazione dell’art 38 delle disposizioni attuative del Codice di procedura penale – non viene richiesto ai difensori di ufficio nessun ”diritto di segreteria ” e la certificazione viene quindi rilasciata a mezzo pec del difensore richiedente. Ovviamente non sono i 50 centesimi il tema del contendere, ma tutto il tempo che viene perso per richiedere e ritirare il certificato in questione, cosa che potrebbe essere ovviata attraversi l’approvazione di una apposita delibera comunale.
“Siamo stati investiti in questi giorni della problematica che si basa su di una delibera del 2001 – commenta Calandrini -, evidentemente non più rispondente alla logica del sistema dell’attuale pubblica amministrazione e quindi da aggiornare. Abbiamo quindi chiesto di inserire la nostra mozione nel prossimo consiglio comunale per invitare Sindaco e Giunta ad attivare tutte le iniziative necessarie affinché, nel pieno rispetto della Legge, gli Uffici comunali preposti al rilascio delle richiamate certificazioni non debbano più scontare alcun indebito “diritto di segreteria” evitando quindi inutili perdite di tempo a chi deve personalmente recarsi a ritirare il certificato. Una semplice pec per risolvere un problema.”