Uno scontro infuocato in consiglio comunale sul caso dei rimorsi legali, costato al sindaco Antonio Terra e agli ex amministratori Rino Savini e Cataldo Cosentino, il sequestro preventivo di beni per 20 mila euro e l’indagine per falso ideologico e truffa in concorso con l’avvocato di fiducia Antonio Martini. Il sindaco Antonio Terra, a una settimana dalla notifica dell’avvoso di garanzia, ha parlato del caso che lo riguarda un consiglio comunale che prevedeva tra gli altri punti all’ordine del giorno la surroga del consigliere dimissionario di Facciamo la differenza Giovanni Bafundi, il cui scranno è stato occupato dal primo dei non eletti della stessa lista Giuseppe Gabbanella.
Il sindaco scarica l’avvocato Martini Durante il suo lungo intervento Antonio Terra ha ribadito la propria estraneità ai fatti di cui è accusato, sottolineando di non avere alcuna responsabilità nell’emissione di fatture più basse rispetto alle cifre prestabilite. “Con l’assoluzione, la corte dei conti stabilì che il Comune doveva liquidare a favore dell’avvocato 10 mila euro, ma gli onorari dei legali possone essere maggiori rispetto a quanto stabilito dal giudice. La parcella presentatatami da Martini e ritenuta congrua dal Consiglio dell’ordine era di 23mila euro, ma lui alla fine ne ha presi 21 mila. Dagli atti delle indagini- ha detto il sindaco di Aprilia Antonio Terra- emergerebbe che due fatture che mi riguardano e altre riguardanti gli altri due assistiti riportino cifre inferiori rispetto alle fatture consegnate al Comune di Aprilia. Non so perchè l’avvocato ha prodotto fatture con importi diversi e non vedo perchè avrei dovuto saperlo. La responsabilità comunque non può ricadere su di me. L’amministrazione non ha fatto altro che liquidare all’avvocato 10mila 200 euro, la somma stabilita dalla Corte dei Conti, ma la parcella era molto più alta e la congruità di quelle parcelle da oltre 20 mila euro per le quali erano stati chiesti i rimborsi era stabilita dal consiglio dell’ordine degli avvocati. Quanto agli incarichi affidati a Martini, questi sono dipesi dal fatto che era il mio legale di fiducia. Attualmente ha solo due cause minori ma revocare gli incarichi con procedimenti già in corso potrebbe rivelarsi dannoso per l’ente”.
Porcelli: “Il sindaco ha commesso un errore per interesse personale”
Giustificazioni, quelle portate in aula consigliare dal sindaco, che non hanno affatto convinto il consigliere della lista Primavera Apriliana Carmen Porcelli, la quale dopo una serie di interrogazioni e richieste di accesso agli atti presentate nel 2015 ha presentato l’esposto in procura da cui è scaturita l’indagine. “Il sindaco- ha detto Carmen Porcelli in aula- non ha sbagliato nell’esercizio delle sue funzioni, ma per interesse personale. E’ come se un padre di famiglia prendesse i soldi dei figli. Ad affermarlo è la nota della questura, che parla di fatture parzialmente contraffatte e gonfiate, ma voi, alla luce di ciò, anzicchè porvi il problema di coscenza avete continuato ad affidare incarichi all’avvocato Martini, che tra l’altro si è occupato anche del pasticcio di via Gorgona. Se la sentenza della Corte dei Conti sottostimava gli importi, per quale motivo all’avvocato Mingoia in ragione della sentenza sono stati riconosciute 6mila euro e agli assistiti di Martini 60mila euro di rimborsi? In due anni questo avvocato ha percepito 150mila euro dal Comune di Aprilia, incarichi che avete deciso di non revocare. Il comunicato della maggioranza, dal quale in silenzio molti membri della vostra coalizione hanno preso le distanze è assurdo. Un comuncato che di fatto parla di spartizone di interessi politici da parte di una maggioranza che continua a gestire con arroganza e pressappochismo la cosa pubblica, senza riuscire a riconoscere il ruolo della magistratura. La maggioranza dovrebbe vergognarsi e il sindaco farebbe meglio a dimettersi”.
Maggioranza garantista a fasi alterne Ad attaccare la maggioranza, che sin dalle prime fase, compatta almeno in apparenza, si è schierata dalla parte del sindaco Terra, anche i consiglieri di centrodestra. “Nel 2009- ha affermato il consigliere Roberto Boi del Nuovo Centrodestra- quando arrivarono gli avvisi di garanzia ai 16 consiglieri indagati per l’Aser 2 non eravate tanto garantisti e giravate per i bar con le foto degli indagati, quasi fossero dei ricercati. Quel caso si è risolto poi con la prescrizione, ma la sentenza chiarisce che l’addendum era vantaggioso. Non potete oggi feggiarvi del titolo di garantisti, non lo siete mai stati”. Concetti questi espressi anche da Nello Romualdi della lista Facciamo La Differenza e Vincenzo La Pegna di Aprilia Valore Comune. “Oggi- ha detto Romualdi- usate Martini come capro espiatorio, ma se come afferma il sindaco l’avvocato ha commesso un illecito presentando fatture più basse rispetto alla cifra iniziale, allora gli incarichi andrebbero revocati”. “Se fossero stati indagati solo gli altri due ex amministratori- ha ribadito La Pegna- ne avreste fatto carne da macello. Oggi non potete venirci a parlare di garantismo. Per un fatto di opportunità politica il sindaco avrebbe dovuto fare un passo indietro”. Più duro l’attacco di Monica Tomassetti del PD, che ha bocciato l’operato dell’amministrazione Terra: “E’ opportuno non prendere esempio da voi, che avete sbagliato su tutti i fronti”.
“Garantisti nei confronti di tutti” La maggioranza invece, pur non avendo portato in aula alcun documento formale da mettere ai voti, ha fatto quadrato attorno al sindaco, definendo strumentali gli attacchi dell’opposizione. Interventi dai toni più o meno forti, ma tutti volti a ribadire il sostegno al sindaco indagato. “Certamente è una situazione che crea imbarazzo- ha detto in aula Pasquale De Maio della lista Forum per Aprilia facente riferimento al sindaco Terra- ma noi siamo sempre stati garantisti nei confronti di tutti, anche nei confronti del PM che sta seguendo le indagini. Il sequestro e le richieste di arresto presentate dal PM e respinte dal Gip non sono automaticamente indizio di colpevolezza, da parte di un sindaco che ha dimostrato grande correttezza rimettendo il mandato nelle mani della sua maggioranza e dichiarando che non si presenterà alle elezioni se rinviato a giudizio. Va detto però anche che in passato nessun consigliere di opposizione ha mai presentato un esposto in procura contro l’amministrazione in carica”. “Le spiegazioni che ci ha fornito il sindaco- ha detto Michela Biolcati del Terzo Polo- sono sufficenti, tanto più che nessuno è colpevole finchè non c’è una sentenza a stabilirlo. Andiamo avanti compatti”. Sulla stessa lungezza d’onda anche Martelli di Unione Civica e Ornella Pistolesi della Rete dei Cittadini.
“Domani c’è ancora Terra” Per la maggioranza insomma, salvo un rinvio a giudizio di Antonio Terra, ipotesi che per ora le civiche non vogliono prendere in considerazione, il domani della coalizione civica porta ancora il nome di Antonio Terra. Il sindaco per primo però ha chiarito che se rinviato a giudizio non si ripresenterà nel 2018. Prematuro ad oggi ipotizzare il nome attorno al quale questa maggioranza civica dal colore eterogeneo troverà l’accordo, anche se spiccano su tutti i nomi del “successore naturale” Vittorio Marchitti e del vicesindaco del Terzo Polo Franco Gabriele, oggi assente dall’aula per un incontro in Regione. Dietro l’apparente compattezza del progetto civico, che ha diramato un comuncato di sostegno al sindaco, potrebbero però celarsi tensioni intestine e lotte per la successione, raccolte dal consigliere del PD Monica Tomassetti che ha invitato il sindaco alla cautelab e a “fare attenzione a chi le siede accanto”. Al netto di strategie e questioni politiche ad oggi la maggioranza è ancora con Terra, mentre proseguono le indagini della magistratura e l’opposizione, che negli ultimi mesi ha evidenziato errori, carenze e leggerezze delle civiche, continuano a invocare le dimissioni come un atto di responsabilità del primo cittadino.