Arrestato il pirata della strada che il 12 novembre 2015 travolse e uccise un’anziana di Sezze davanti alla propria abitazione. A nulla valsero i soccorsi e il ricovero in ospedale della poveretta, Addolorata (nota come Onorina) De Benedictis di 86 anni, originaria di Corato (Bari). Le indagini, mai abbandonate dai carabinieri, per risalire al guidatore dell’auto killer che fuggì via a gran velocità, hanno consentito di identificare il presunto responsabile, nella persona di Mauro Leggeri, 27enne del luogo, colpito da un’ordinanza di custodia cautelare. Indagate altre due persone per favoreggiamento, tra cui un rottamatore.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Latina, coadiuvati dal personale del Nucleo operativo ecologico di Roma e da un’unità cinofila in servizio presso la stazione carabinieri di Borgo Piave, nella mattinata odierna infatti hanno dato esecuzione a tre provvedimenti di misura cautelare (sottoposizione agli arresti domiciliari e due agli obblighi di polizia giudiziaria), emessi dal Gip Laura Matilde Campoli, nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, il primo – appunto Leggeri – di omicidio con dolo eventuale ed inottemperanza agli obblighi di assistenza in caso di incidente, e gli altri due di favoreggiamento personale.
I provvedimenti sono scaturiti da un’articolata attività d’indagine, avviata dal Nucleo Investigativo e coordinata dal sostituto procuratore Simona Gentile, a seguito del sinistro con esito mortale verificatosi a Sezze in via Variante.
I primi accertamenti, condotti dalla Stazione Carabinieri di Sezze, avevano consentito di raccogliere pochi elementi in quanto sul luogo dell’incidente non erano state rinvenute tracce utili alle indagini. L’unico spunto fornito da alcuni passanti era costituito dalle indicazioni, peraltro estremamente confuse e generiche, sull’autovettura che aveva provocato il sinistro, descritta come un’utilitaria di colore bianco. In considerazione della complessità degli accertamenti richiesti, nonché della gravità del fatto, che aveva destato sconcerto ed allarme tra la cittadinanza, le indagini erano state quindi delegate al Nucleo Investigativo del Comando Provinciale.
Nonostante la penuria di indizi le investigazioni non solo hanno consentito di ricostruire la dinamica del sinistro, addivenendo all’identificazione del pirata della strada, ma sono riuscite altresì a documentare – come riferito dall’Arma – le modalità con la quale lo stesso, favorito da alcuni conoscenti, si era disfatto del mezzo ed aveva tentato di eludere le indagini.
L’attività investigativa consentiva infatti di acclarare che: Secondo gli inquirenti, il giovane setino alla guida di una Fiat Uno di colore bianco, sprovvista di assicurazione, di proprietà della propria madre convivente, avrebbe percorso via Variante a velocità elevata e non adeguata all’orario notturno ed alle scarse condizioni di visibilità, in un tratto scarsamente illuminato ed in leggera pendenza, investendo l’anziana, che stava rientrando a casa. lo stesso quindi si sarebbe allontanato dal luogo del sinistro omettendo di prestare soccorso all’86enne.
La compagna non convivente del Leggeri, 26enne, durante le indagini avrebbe omesso di riferire le circostanze dell’investimento di cui sarebbe stata a conoscenza, e si sarebbe attivata cercando persone che fossero disposte a fornire false testimonianze finalizzate a fornire un alibi al 27enne. Il gestore, 53enne, di un centro raccolta veicoli sito a Maenza, benché consapevole della provenienza delittuosa del veicolo coinvolto nel sinistro mortale, avrebbe provveduto alla immediata rottamazione, al fine di occultare le prove. Entrambi quindi sono stati sottoposti agli obblighi di polizia giudiziaria per favoreggiamento.
L’omicidio stradale viene contestato esclusivamente a Leggeri, ora ristretto ai domiciliari, esattamente per il reato di omicidio con dolo eventuale ed inottemperanza agli obblighi di assistenza in caso di incidente prevista dal Codice della strada, poiché dopo aver provocato l’incidente si sarebbe allontanato repentinamente senza prestare alcun soccorso, accettando pertanto con la sua condotta il rischio di realizzare l’evento criminoso.