Elena Lusena, 49 anni, è ai domiciliari da lunedì per effetto del ciclone Olimpia. E’ uno dei personaggi chiave dell’inchiesta del sostituto procuratore Giuseppe Miliano, che ha scosso mezza Latina, sul fronte dello stadio e dei favori al Latina Calcio. Nel periodo di riferimento dell’attività investigativa svolta dai carabinieri ricopriva il ruolo dirigenziale del Servizio Patrimonio e Demanio del Comune con conferimento ad interim nella gestione degli impianti sportivi.
Nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Mara Mattioli, il ritratto di Lusena appare a tinte forti. Il dirigente fa di tutto per meritarsi il ruolo assegnatole, rispondendo a precise direttive orientate verso il beneficio del Latina Calcio e di Pasquale Maietta, perché il deputato è in grado di “sfondare” chi si pone ad ostacolo. Alle sistematiche violazioni di legge, osserva il magistrato, Elena Lusena non si sottrae a “procurare”, in occasione del sequestro delle tribune del Francioni, il falso collaudo. E’ lei a chiedere al dirigente del Latina Calcio di aprire lo stadio per fare la foto necessaria al collaudo… a distanza. E quando i vigili del fuoco si accorgono che il collaudo è farlocco, non fosse altro perché nel verbale viene indicato un orario di sopralluogo coincidente con la loro ispezione, e glielo comunicano lei minaccia la sua vendetta in una conversazione con il committente dei lavori, dicendo che si opporrà all’individuazione di un’area per la realizzazione della nuova caserma dei vigili del fuoco e di non collaborare più con il comandante.
Impelagata fino al collo, pur di risolvere la problematica del sequestro delle tribune, Lusena – è scritto nell’ordinanza di custodia cautelare – non esita a chiedere l’”intervento” del cognato, il giudice Antonio Lollo (poi convolto nello scandalo del Tribunale a seguito del quale sarà arrestato, insieme alla moglie Antonia e alla suocera Angela Sciarretta, ex vice questore, rispettivamente sorella e madre di Elena Lusena), sul Gip che ha emesso il provvedimento di sequestro del settore ospiti del Francioni. “Intervento” che non andrà a buon fine per il rifiuto del Gip di incontrare la cognata di Lollo.
Il dirigente comunale, con delega agli impianti sportivi – osservano gli inquirenti – riesce a fare acrobazie “provvedimentali” pur di realizzare l’ampliamento dei posti a sedere dello stadio “per consentire un maggiore introito economico alla società Latina Calcio”. Consapevole delle illegittimità in atto, arriva a consultarsi con un magistrato della Corte dei Conti per capire i rischi della procedura prospettata in una riunione con il sindaco Giovanni Di Giorgi e l’architetto del Comune Ventura Monti, entrambi finiti in carcere per il procedimento Olimpia). Si tratta di concedere un contributo comunale alla società di calcio in modo che la stessa possa disporre dei lavori senza le lungaggini a cui è invece sottoposto l’ente dovendo necessariamente fare affidamento ad una gara pubblica. Il magistrato della Corte dei Conti interpellato da Lusena, come riscontrato nelle investigazioni svolte, afferma sostanzialmente che la strada del contributo apre la porta di una verifica della Corte dei Conti e dell’Anac. “In questo momento storico, secondo me è un’operazione molto… molto rischiosa… – afferma il magistrato intercettato -, tutto lì, da un punto di vista…, perché basterebbe un consigliere di minoranza che inoltra un esposto all’Anac, alla Corte dei conti e.. eee… questi vanno a verificare…”. Il magistrato suggerisce in alternativa un procedimento urgente motivato da una spesa già programmata a soddisfacimento dell’affluenza della tifoseria in previsione di una promozione in serie A della squadra di calcio. Peccato che all’epoca il sogno nerazzurro era già svanito essendo la squadra rimasta in serie B. Ma l’ampliamento dello stadio per la cricca restava una priorità.
Elena Lusena, in definitiva, viene ritenuta dagli inquirenti – come riportato nell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari – completamente asservita a Pasquale Maietta e alla sua società di calcio tanto da spingersi anche in banali errori di calcolo matematico sempre in danno del Comune.