C’è un senso di inquietudine in via Monfalcone a Latina. Perché, stando alle premesse della conferenza dei servizi di ieri, indetta per il progetto Paguro finalizzato alla realizzazione di una discarica ad Aprilia a servizio della Rida Ambiente, non c’è nulla di buono all’orizzonte. Come si dice… mors tua vita mea. Non è bello a dirsi, ma chi ha vissuto per quarant’anni accanto alle discariche spera che la prossima la aprano il più lontano possibile. E invece la decisione è rimasta nel limbo e si attende l’aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti. Il termine per la messa a punto è stato fissato per la fine dell’anno, termine entro il quale Province e Comuni dovranno dire la loro. L’ente di via Costa un atto lo ha già fatto e contiene la fotografia dello status quo in cui si evidenzia l’esaurimento delle discariche esistenti senza fare accenno alle proiezioni dell’andamento della differenziata. La Regione, anche in occasione dell’audizione del dirigente al ramo, Flaminia Tosini, in Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, ha minacciato decisioni sostitutive per i siti di via Monfalcone a Borgo Montello qualora Provincia e Comune di Latina fossero rimasti inerti.
Le parole del sindaco Damiano Coletta, pronunciate ieri nel bel mezzo del Consiglio comunale, non hanno tranquillizzato i residenti di via Monfalcone. Dire di aver ricevuto garanzie, non scritte, che il progetto di ampliamento della discarica di Ecoambiente non sarà autorizzato è poca cosa. Perché accanto c’è il sito della Indeco, che pure ha in Regione un progetto di ampliamento. Il direttore generale dell’Arpa Lazio, Marco Lupo ha riferito davanti alla stessa commissione parlamentare d’inchiesta che l’inquinamento di Borgo Montello esclude di fatto la possibilità di riaprire i cancelli delle discariche e che sarebbe opportuno avviare subito la bonifica. Ben detto, osservano in via Monfalcone dove tuttavia non sfugge un ulteriore particolare: l’inquinamento è stato accertato a carico di Ecoambiente e non anche di Indeco. Che vuol dire? Il timore è che la Regione, in assenza di indicazioni del Comune di Latina, possa disporre la bonifica del sito Ecoambiente e sbloccare l’Indeco consentendo la ripresa dei conferimenti, andando così a soddisfare il fabbisogno concreto della Rida Ambiente senza aprire un’altra ferita sul territorio. Piaccia o non piaccia all’imprenditore Fabio Altissimi che con la Paguro avrebbe potuto applicare tariffe altamente concorrenziali a favore dei contribuenti.
Per tornare al sindaco di Latina, che in un recente incontro con i residenti di via Monfalcone ha promesso anche l’intitolazione di uno spazio pubblico a don Cesare Boschin riconoscendone il valore della battaglia ambientale combattuta sulla terra dei fuochi pontina, ieri sera sembra aver dimenticato che a Borgo Montello i motori della Indeco sono già accesi e ben riscaldati e che la partenza con una discarica “virtuosa” è stata già “ufficializzata” dall’amministratore delegato l’11 ottobre scorso. Il Comune di Latina ad oggi non ha prodotto alcun atto, lamentano in via Monfalcone, che possa ostacolare la riapertura della Indeco che, sebbene con sito attualmente sotto sequestro, può essere autorizzata dalla Regione con volumetrie aggiuntive finalizzate sia a sanare il maggiore utilizzo dell’invaso ottenendo quindi il dissequestro sia a consentire nuovi conferimenti, mentre resta bloccato al Tar l’iter per la Variante al Prg che prevedeva una fascia di rispetto di cento metri attorno agli invasi esistenti.