“La poltroncina del consigliere delegato o un assessore di sostegno?” L’interrogativo è della dem Nicoletta Zuliani a proposito della proposta di istituire anche nel Comune di Latina la figura del consigliere delegato che ieri ha avuto l’ok dalla competente commissione per le modifiche statutarie.
“Uno si aspetterebbe di trovare qualcosa di determinante per le sorti di questa martoriata città – attacca -, e invece si ritrova con la proposta di una nuova figura di sistema politico: l’istituzione del Consigliere Delegato. Quindi, oltre al sindaco, agli assessori, ai presidenti e vice-presidenti, ai capigruppo, ai consiglieri avremo una poltroncina in più”.
“Non sono mai stata d’accordo con questa idea – spiega il consigliere ieri assente in commissione Affari Istituzionali -, neanche quando si paventò nella scorsa consiliatura: il sindaco Giovanni Di Giorgi di fatto nominò il consigliere di maggioranza Maurizio Patarini delegato alle Smart City, ma non si avventurò nella modifica dello Statuto. E non sono d’accordo neanche oggi e vi spiego il perché”.
Il consigliere del Partito democratico cita una sentenza del Consiglio di Stato del 2012 che ha annullato, previa sospensiva, il decreto con il quale il sindaco di Fara in Sabina aveva conferito ad alcuni consiglieri comunali generiche deleghe in materia di protezione civile, rapporti con i territori e istituti di partecipazione, sport. Il Consiglio di Stato aveva pronunciato che “l’ampliamento delle funzioni di taluni consiglieri rispetto agli altri membri dell’organo collegiale ingenera il rischio di interferenze sul corretto esercizio del mandato conferito dagli elettori. In altri termini, si realizza un disequilibrio tra le attribuzioni dei consiglieri e una confusione di ruoli nel Consiglio stesso, potenzialmente in grado di turbare la regolare e leale dialettica assembleare e, quindi, confliggente con il personale interesse dei consiglieri alla salvaguardia delle proprie prerogative, che sono prioritariamente rivolte a indirizzare e controllare l’attività della giunta comunale.” Insomma, il solito discorso del controllore-controllato.
Nicoletta Zuliani afferma anche che il Testo unico degli enti locali non prevede la figura di consigliere delegato e che detta delega – all’articolo 54 – viene riservata per funzioni di competenze unicamente statali e che “il sindaco – stesso articolo comma 10 -, previa comunicazione al prefetto, […] può conferire la delega a un consigliere comunale per l’esercizio delle funzioni nei quartieri e nelle frazioni” ma solo per competenze di ordine pubblico e polizia giudiziaria.
Come si mette allora la faccenda visto che ieri il segretario generale Rosa Iovinella ha riferito in commissione che la figura del consigliere delegato è normata da 12 anni?
Per il consigliere Zuliani Latina Bene Comune supera gli ostacoli “con una semplice modifica dello Statuto”. “Più che il metodo della collegialità e del lavoro cooperativo (questa è la motivazione addotta da Lbc) a me sembra – è questa la critica politica – un uniformarsi al metodo del 90% dei Comuni che hanno trovato l’escamotage per dare importanza a chi è rimasto fuori dai diversi incarichi: semplicemente una poltroncina in più. O un sostegno a chi non ce la fa. Appunto: invece di elaborare una politica nuova ed innovativa ci uniformiamo a quello che il 90% dei comuni italiani ha elaborato negli ultimi dieci anni. Wow!!! Che innovazione!”.
“Cosa impedisce a tanti volontari di Lbc che hanno fornito i loro curricula o a qualsiasi consigliere di Lbc di mettersi comunque a disposizione del proprio sindaco, con tempo extra dedicato allo studio e all’approfondimento di una particolare tematica e di dargli poi il risultato del proprio approfondimento? – Zuliani conclude con interrogativi e una frecciatina agli assessori -. A prescindere dall’incarico di nuova istituzione? È necessaria l’ufficialità di una delega a costo zero, che non comporti l’adozione di atti a rilevanza esterna, senza potere di firma – sostanzialmente uno che ti può solo approfondire e studiare un tema per riportarti le risultanze del suo studio? Il tutto in nome… della collegialità? A meno che l’assessore non sia sufficientemente capace ed abbia bisogno di un sostegno… Comunque, sindaco, i cittadini di Latina si aspettavano altro”.