A tre mesi di distanza dalla sospensione dei sei piani particolareggiati approvati con procedura semplificata, il commissario straordinario del Comune di Latina, oggi, con delibere assunte con i poteri della giunta ha annullato le varianti urbanistiche all’amministrazione Di Giorgi: R1, R3, R6, Borgo Piave, Latina Scalo e Borgo Podgora.
Su relazione dell’architetto Giovanni Della Penna, dirigente del Servizio politiche di gestione e assetto del territorio, il commissario Giacomo Barbato ha portato a termine la missione volta a ristabilire la legalità in materia urbanistica. L’avvio del procedimento in autotutela si è incentrato sulla principale irregolarità sollevata all’apertura dell’inchiesta sul nuovo Ppe di Borgo Piave, che portò al sequestro del cantiere Malvaso, ovvero all’illegittimità dell’approvazione dello strumento, che di fatto costituiva una variante al Prg, da parte della giunta municipale anziché del Consiglio comunale. Le delibere di annullamento di oggi hanno focalizzano anche altri aspetti, già censurati dall’inchiesta del sostituto Gregorio Capasso, che non sono stati superati dalle osservazioni presentate nei primi 30 giorni dalle sospensioni. Primi fra tutti il conteggio delle volumetrie già consumate e il calcolo della popolazione non comprovati da dati reali. Da respingere inoltre anche l’osservazione in merito al termine dei 18 mesi per l’annullamento degli atti amministrativi. Il commissario Barbato nelle sue deliberazioni ha chiarito che la pianificazione urbanistica rientra nelle aspettative dei cittadini e di per sé non costituisce immediatamente posizioni giuridiche soggettive di diritto soggettivo.
Contro le delibere di annullamento è possibile ricorrere al Tar o al Capo dello Stato entro i termini di legge.