Nel progetto Terracina 2026, il candidato sindaco Alessandro Di Tommaso mette a sistema anche la cultura per la realizzazione di una vera e propria impresa che contenga al suo interno sia il patrimonio artistico e archeologico che le espressioni della creatività dei nuovi talenti.
Il patrimonio da arricchire
“In una città che si candida a diventare patrimonio dell’umanità – spiega – corre d’obbligo considerare, oltre all’arte e all’archeologia, tutte quelle forme, espressione di cultura, che possono arricchire il patrimonio di Terracina: la musica, il canto, la lettura, il teatro, la fotografia, la robotica, le tecnologie digitali e altri percorsi figurativi e linguistici che favoriscano la messa a sistema della creatività dei giovani e non solo”.
La creatività
Il candidato sindaco afferma che non è un caso che sia stato sempre favorevole all’idea di creare a Terracina una Casa della cultura, realizzando al suo interno un centro polivalente che ospiti sale per la produzione di musica, di pittura e di teatro, spazi per le innovazioni tecnologiche e sale da destinare all’incontro. “Ma un luogo da solo – aggiunge – può non bastare a soddisfare i talenti perciò bisogna guardare con più attenzione al ‘Fondo della creatività’, istituito dalla Regione Lazio, per il sostegno e lo sviluppo di imprese nel settore delle attività culturali e creative, in particolare nel settore dell’audiovisivo, delle tecnologie applicate ai beni culturali, dell’artigianato artistico, del design, dell’architettura e della musica. Mi impegno sin d’ora affinché questi fondi arrivino a Terracina, per una Terracina creativa, espressione dei propri figli, che sappia impedire la fuga di cervelli. Il mio auspicio è di avviare, insieme ai talentuosi della nostra città, il percorso indicatoci dalla Regione Lazio nel segno dell’Europa”.
La cultura-risorsa strategica
Nel progetto “Terracina 2026. Stanno tutti bene”, che Di Tommaso sta illustrando in questi giorni con una serie di comunicati stampa, la cultura diventa impresa, “costruita anche sulle basi del rilevante patrimonio storico-archeologico, per il quale è stata chiesta la tutela Unesco, e sul concetto di cultura-risorsa strategica che possa contribuire allo sviluppo complessivo della comunità locale proiettando la visibilità di Terracina in tutto il mondo”.
Gli investimenti da effettuare
Per Di Tommaso i gioielli della città sono tutti belli: il Tempio di Giove, Palazzo Braschi, la Cattedrale, il Castello Frangipane, il Foro Emiliano, l’Appia, il museo Pio Capponi, la chiesa del Purgatorio, il complesso monumentale dell’istituto “Gregorio Antonelli”, i resti del porto di Traiano, le antiche porte di accesso alla città. “Tutto straordinariamente bello – afferma -, ma se i turisti non arrivano a Terracina sarà un patrimonio sprecato. Servono investimenti sia su infrastrutture leggere che su quelle pesanti. Ritengo che mettere in rete tra loro i vari siti d’interesse sia il primo passo da compiere. Il secondo è quello di convogliarli in un unico grande museo dei beni culturali. La creazione di un collegamento tra la parte bassa e la parte alta della città e il sistema dei parcheggi per il centro storico saranno fondamentali per il raggiungimento dell’obiettivo”.