Si trovano nel carcere di Latina i due tunisini responsabili della morte di Gino Toni Bellomo, 32enne italo-brasiliano, avvenuta nella notte del 26 dicembre scorso in piazza Garibaldi a Terracina al culmine di una violentissima lite. Si tratta di S.M., 22 anni con precedenti di polizia, e di S.H, di 23 anni. Sono entrambi accusati di rissa e concorso nell’omicidio.
In carcere in attesa dell’interrogatorio di garanzia
Sentitisi braccati dagli inquirenti, i due giovani stranieri nella giornata di ieri si sono consegnati ai carabinieri, alla presenza del loro difensore di fiducia, l’avvocato Giuseppe Lauretti. Sottoposti a fermo da parte del pubblico ministero Claudio De Lazzaro, attendono ora l’interrogatorio di garanzia nella casa circondariale del capoluogo pontino.
Le investigazioni svolte dall’Arma dei carabinieri
Le indagini sono state svolte dai carabinieri della Compagnia di Terracina, in collaborazione con i colleghi del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Latina. Le articolare investigazioni condotte a ritmo serrato dagli uomini dei capitani Margherita Anzini e Michele Meola e del tenente Felice Egidio in assoluta sinergia con il comandante provinciale, il colonnello Eduardo Calvi, in sole 36 ore hanno consentito di identificare e localizzare i due giovani che si sono quindi presentati in caserma. Una localizzazione non semplice da parte degli investigatori in considerazione del fatto che entrambi i tunisini risultavano senza fissa dimora, frequentatori saltuari di Terracina e Fondi. Gli accertamenti si sono concretizzate in attività tecniche, visione delle immagini catturate dai sistemi di video-sorveglianza presenti sul luogo del delitto ed escussioni dei numerosi testimoni che hanno assistito all’evento criminoso.
La confessione di una rissa nata per futili motivi
Assistiti dall’avvocato Lauretti, i due stranieri avrebbero affermato che la lite all’interno del Bar Artis di piazza Garibaldi sarebbe avvenuta per futili motivi legata al pagamento delle birre consumate per poi proseguire all’esterno del locale. Avrebbero riferito di essere stati aggrediti e di aver risposto alla stessa violenza e che dopo il pestaggio, durato pochissimo, si sarebbero immediatamente allontanati per paura e di aver appreso soltanto successivamente dai media che il 32enne italo-brasiliano era morto. E alla domanda se conoscevano la vittima, uno di loro avrebbe risposto “solo di vista”.
Ma le indagini proseguono
All’esito dei due lunghi interrogatori svolti presso gli uffici della Procura della Repubblica di Latina, il pubblico ministero – concordando pienamente con l’ipotesi investigativa formulata dai militari operanti – ha dichiarato in stato di fermo di indiziato di delitto i due giovani, disponendo la loro traduzione presso la casa circondariale di Latina. Ma le indagini sono tutt’altro che concluse. Gli uomini del capitano Anzini stanno verificando possibili retroscena dell’accaduto ed eventuali altre responsabilità. Quando è scoppiata la lite né il locale né la piazza erano deserti.
L’autopsia, un accertamento determinante
Determinante ai fini dell’accusa sarà l’esito dell’autopsia che con molta probabilità sarà effettuata nella giornata di domani. In base ad un primo esame esterno, Bellomo sarebbe stato colpito con una ferocia inaudita, con pugni e calci al volto e al capo, tale da giustificare un’ipotesi di omicidio volontario anziché preterintenzionale. Le risultanze medico legali giocheranno quindi un ruolo importante.